Legge elettorale: c’è l’accordo sul proporzionale

Una base da cui partire ora c’è. La maggioranza di governo ha infatti deciso che la strada da percorrere per la nuova legge elettorale è quella del proporzionale. A confermarlo è il ministro per le riforme Federico D’Incà che, al termine del vertice di maggioranza, ha garantito che il testo, che privilegerà un «proporzionale con un meccanismo antiframmentazione», sarà pronto «entro la fine dell’anno». Restano da sciogliere due nodi: il tipo di soglia e la data effettiva.

Legge elettorale: c’è l’accordo sul proporzionale

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Proporzionale sia: la maggioranza riesce a trovare l’accordo sulla nuova legge elettorale, almeno in linea di massima. Resta infatti da scegliere quale tipo di proporzionale adottare. Le opzioni ruotano intorno a due alternative: quelle con la soglia nazionale e circoscrizionale. Il primo caso è preferito dal Partito Democratico – con alcune eccezioni – e prevede la soglia al 4% o al 5%. Il secondo invece, detto anche sistema spagnolo, favorisce invece le alleanze con gli Enti Locali, permettendo anche ia partiti meno grossi di raggiungere la soglia di sbarramento ed eleggere dei rappresentanti. Insieme alla scelta del tipo di soglia, resta da definire anche il voto di preferenza, se con brevi listini bloccati o con collegi uninominali, come fatto per le elezioni per il Senato fino al 2006.

C’è poi un altro punto, meno burocratico ma altrettanto importante, ed è quello legato alla data della riforma vera e propria. Da un lato, potrebbe accelerare la caduta della legislatura, portando a compimento uno dei più importanti obbiettivi prefissati dalla forzata alleanza tra Movimento 5 Stelle e Partito Democratico. D’altro canto, tergiversare e prendere tempo è rischioso, poiché se il Governo dovesse cadere, si tornerebbe al Rosatellum che incoronerebbe Salvini.

(Credits immagine di copertina: ANSA/ALESSANDRO DI MEO)

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