La rivolta della Lega che non comprerà più maglie Benetton

19/06/2018 di Redazione

La foto messa sotto accusa è stata scattata da Kenny Karpov, di Sos Méditerranée. Benetton, su idea di Oliviero Toscani, ha acquistato delle pagine dei giornali – nei giorni scorsi – per fare una campagna sociale a favore dei migranti. La Lega, al solito, non l’ha presa bene e ha affermato – attraverso diversi suoi portavoce – di non voler mai più acquistare capi di abbigliamento di Benetton. Questa la sintesi di una polemica che, dal Veneto, si sta allargando a macchia d’olio in tutta Italia.

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Gianantonio Da Re, nella segreteria nazionale della Lega, espone la linea del partito in merito alle magliette Benetton. Con un post su Facebook ha affermato: «Ormai Toscani è la nostra cartina di tornasole: più lui è incazzato, più noi siamo certi di essere sulla strada giusta. Non comprerò mai più una sola maglietta Benetton». Non si tratta di un invito esplicito al boicottaggio della marca di abbigliamento, però diversi esponenti del Carroccio hanno rilanciato sui social network queste parole, con l’intento esplicito di non servirsi più di capi Benetton.

Lega contro Benetton, gli altri esponenti del Carroccio

Ma è tutta la Lega a insorgere: il capogruppo in consiglio regionale del Veneto Nicola Fincoha affermato: «Vorrei capire se i dipendenti di Benetton all’estero, nei paesi in cui ha delocalizzato, sono pagati come gli italiani e perché ha portato grandi produzioni fuori confine. A Benetton e Toscani dico che se vogliono fare politica non devono far altro che candidarsi e metterci la faccia. Troppo facile, perché hai quattro soldi, comprarsi una pagina di giornale». Aggredisce ancor di più anche l’altro consigliere leghista Luciano Sandonà: «Suggerisco a Benetton di portarsi qualche migrante in una delle sue belle ville. E poi, da che pulpito! Le delocalizzazioni spesso non seguono il solco dei valori dell’accoglienza, mi pare. E temo che, visti i sondaggi, per Benetton questo tipo di pubblicità possa rivelarsi un boomerang. Forse c’è bisogno di aria nuova a Ponzano».

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