La Lega spera nel voto di Rousseau, altrimenti è pronta a chiamare i 9 senatori M5S per bloccare la fiducia
03/09/2019 di Gianmichele Laino
La Lega non molla. E spera ancora di poter andare alle urne nella prossima finestra offerta dall’eventuale crisi di governo. Lo spera soprattutto Andrea Crippa, il vice di Matteo Salvini, l’uomo dei nove senatori del M5S pronti a fare il salto della quaglia. Nei giorni scorsi, si era diffusa questa notizia che aveva gettato nel panico la nascente maggioranza Pd-M5S: come si fa, con numeri comunque risicati, a ottenere la fiducia al Senato con 9 senatori pentastellati pronti a entrare nel Carroccio?
La Lega ha due carte per tornare al voto
Ma le carte che la Lega deve giocare sono due. C’è anche quella di Rousseau. Se nel voto di oggi, infatti, dovessero prevalere i no all’accordo, la strada per le elezioni anticipate si aprirebbe in maniera clamorosa. Lo ha rivelato Crippa in un’intervista al Corriere della Sera. E, inoltre, lo abbiamo notato anche nella giornata di ieri: mentre l’hashtag #iovotoSI era stato rilanciato da attivisti del Movimento 5 Stelle, quello opposto (#iovotoNO) proveniva soprattutto da account collegati in qualche modo al Carroccio e al suo elettorato.
Ma se anche gli iscritti al Movimento fossero orientati verso il sì, il nascente governo potrebbe avere un problema grosso dopo l’incarico. Quello dei numeri al Senato. Andrea Crippa ha infatti preallertato i nove senatori del M5S pronti a passare alla Lega, offrendo loro delle posizioni all’interno del partito: «La Lega è un partito aperto e così ci siamo comportati con tante persone che arrivano da Fratelli d’Italia e da Forza Italia. Anche se la Lega non fornisce polizze assicurative a nessuno».
La Lega minaccia il M5S: ha 9 senatori pronti a passare con loro
I nove senatori, i cui nomi restano assolutamente riservati, rischiano di essere decisivi, a partire da un eventuale voto di fiducia. Ad essi si associa anche +Europa che ieri, in una direzione, ha deciso all’unanimità di piazzarsi all’opposizione di un governo Pd-M5S condizionato dal voto della piattaforma Rousseau.
FOTO: ANSA / MATTEO BAZZI