L’effetto sulla gente di Tonga senza internet tre settimane dopo

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L'esplosione del vulcano sottomarino, poi lo tsunami. A quasi un mese da quanto accaduto nel Paese, i cittadini sono ancora alle prese con i continui blackout della rete

A quasi un mese di distanza da quell’incredibile esplosione del vulcano sottomarino e dal conseguente tsunami che si è abbattuto sulle coste, a Tonga non è ancora tornata la normalità. Oltre ai molti cittadini che hanno perso casa e lavoro, i problemi si evidenziano anche nell’utilizzo della rete internet. E quello che può sembrare una difficoltà di secondo piano rispetto a grane più contingenti, in realtà sta provocando grandissime difficoltà all’interno della popolazione.



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Da oltre tre settimane, infatti, la rete internet (ma anche le più basilari tecnologie di comunicazione) è in ginocchio. Un vero e proprio blackout che impedisce le connessioni. E con esse, come spiega la BBC, anche tante altre dinamiche che – fino a prima del 15 gennaio erano la quotidianità – sono rese impossibili a causa della perpetua e perenne assenza di rete e connettività. Prima tra tutti la possibilità di trasferire denaro in forma telematica e digitale. Non potendo accedere al web, infatti, i principali operatori che offrono questo servizio risultano essere offline sia a Tonga che nelle altre vicine isole del Pacifico meridionale.



Tonga, gli effetti del blackout di internet 3 settimane dopo

Cosa vuol dire tutto ciò? L’effetto di questo blackout di Internet si può valutare analizzando i dati International Finance Corporation della Banca Mondiale sulla strutturazione dell’economia di Tonga: circa l’80% delle famiglie che vivono sull’isola riceve rimesse dall’estero (nella maggior parte dei casi da parenti). Questo vuol dire che buona parte del prodotto interno lordo del Paese è costituito dai soldi che arrivano da altri Paesi alle famiglie che vivono lì. Si parla di circa il 40% di PIL, secondo le rilevazioni datate 2019. Ma come si trasferiscono – legalmente – questi soldi dall’estero?

Il sistema è molto semplice. Le agenzie che operano in questo settore – Western Union, MoneyGram, solo per fare due esempi noti ai più -, ovviamente, operano attraverso il web per registrare il trasferimento di denaro. L’assenza di internet e l’impossibilità di essere online ha, di fatto, bloccato anche queste rimesse. E tutto ciò, a tre settimane da quei fatti, è ancora quasi irrisolto. Perché se il blackout totale è stato superato da alcuni giorni, la connettività è influenza da una rete non stabile. Questo vuol dire che i cittadini (e le imprese) non hanno a disposizione Internet in modo continuativo e irregolare.



L’aumento dei prezzi

Un problema che, dunque, non è da poco. Anzi. Perché all’impossibilità di ricevere rimesse dall’estero, si unisce l’aumento dei prezzi al dettaglio. Tra i casi più emblematici c’è stata la crescita del costo dell’acqua che non è più disponibile, neanche nella maggior parte delle abitazioni non colpite dallo tsunami. Gli impianti sono andati in tilt e i cittadini sono costretti ad andare nei negozi per compare bottiglie, a prezzi aumentati. Per questo motivo le rimesse dall’estero diventano sempre più fondamentali, ma con una rete che non funziona molti cittadini di Tonga stanno vivendo ancora sulla loro pelle gli effetti di questo blackout.

(foto IPP/zumapress)