Il leader di Alba Dorata condannato a 13 anni di reclusione

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Un'altra storica sentenza dalla Grecia nei confronti del movimento d'ispirazione nazista

Condannato a 13 anni di reclusione perché a capo di un’organizzazione criminale. Dalla Grecia, nel giro di una settimana, è arrivata una seconda storica sentenza nei confronti del Movimento di ispirazione nazista: carcere per Nikólaos Michaloliákos, leader di Alba Dorata. Il lungo processo è iniziato oltre cinque anni fa e vedeva indagati 68 imputati tra rappresentanti e militanti del partito dell’estrema destra greca. Si era partiti dall’omicidio del rapper Pavlos Fyssas nel 2013, ucciso nel porto del Pireo per mano dell’esponente Giorgos Roupakias (già condannato all’ergastolo), per poi arrivare ad altri due tentativi di omicidio e varie manifestazioni nel segno della violenza.



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Come lo è stata quella di mercoledì 7 ottobre, anche quella di oggi è una sentenza storica per la Grecia. Il leader di Alba Dorata, Nikólaos Michaloliákos, è stato ritenuto colpevole di essere alla guida di un movimento che poco aveva a che fare con la politica e che agiva come una vera e propria organizzazione criminale. Dall’omicidio del rapper al Pireo, passando per altri due tentate uccisioni. Poi altri comportamenti criminali nei confronti dei migranti e veri e propri scontri di piazza durante le manifestazioni sindacali.



Leader di Alba Dorata condannato a 13 anni di carcere

E il curriculum di Nikólaos Michaloliákos parla di negazionismo e ammirazioni al nazismo. Per lui, come più volte ribadito anche pubblicamente, l’Olocausto non è mai esistito. Per lui quanto fatto dal nazionalsocialismo in Germania (anche prima di travalicare i confini tedeschi nel periodo tra le due guerre mondiali) era degno di plauso e ammirazione. Ed erano queste le basi che spingevano (con tanto di consenso popolare) il suo partito che no agiva solamente a livello politico. E ora, dopo la condanna del leader di Alba Dorata a 13 anni di carcere, il capitolo più nero del libro (altrettanto nero) di un Movimento fatto di razzismo, violenza (certificata dalle sentenze) e xenofobia si può chiudere. Nella speranza che i rigurgiti del passato non si ripropongano.