Gli asintomatici non devono lavorare nemmeno in smart working

Lo stabiliscono il Cura Italia e il decreto rilancio

04/09/2020 di Redazione

Negli ultimi giorni, con la risalita dei contagi e il numero sempre maggiore di asintomatici, ci si è posti un interrogativo in merito alle soluzioni proposte per continuare a progredire con le attività lavorative di ciascuno. Tuttavia, se le persone vengono testate positive al coronavirus e sono asintomatiche non dovranno comunque svolgere nessun tipo di azione legata alla propria professione.

Lavoro asintomatici: niente smartworking per loro

A stabilirlo sono le regole contenute nelle leggi Cura Italia e nel decreto Rilancio (anche questo convertita in legge). Oltre a un dpcm di inizio agosto e a un messaggio che è stata la stessa Inps a diffondere sui propri canali ufficiali. I lavoratori positivi al coronavirus che svolgono attività manuali in azienda, ovviamente, non possono recarsi all’interno della propria struttura e, di conseguenza non possono offrire la propria prestazione.

Invece, i lavoratori che potrebbero effettuare prestazioni anche da remoto si sono chiesti se – in caso di contagio asintomatico – possono comunque continuare a lavorare in smart-working. Le indicazioni che il legislatore ha fornito, tuttavia, vanno in una direzione opposta. Non solo: anche l’isolamento successivo al rientro delle ferie è equiparato a una quarantena senza lavoro.

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