La «castroneria» di Laura Castelli: «È Bruxelles a mettere un tetto al Pil»

26/11/2018 di Enzo Boldi

Nel corso dell’ultima puntata di Porta a Porta, Laura Castelli ha offerto una discutibile prestazione da fine economista in due tempi. Prima durante una discussione con l’ex ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan parlando di spread e conseguenze sugli italiani (e non solo), poi in uno scambio dialettico sul tema Pil e la «volontà dell’Unione europea di mettere un freno alla crescita» attraverso stringenti e sadici paletti. Il tutto è stato evidenziato dal professor Riccardo Puglisi nel suo blog.

Il primo tempo della «castroneria» dialettico-economica è andato in scena nell’accesa discussione con Padoan con quest’ultimo – criticabile dal punto di vista delle sue scelte politiche, ma non per la sua conoscenza in materia, riconosciuta a livello internazionale – che tentava di spiegare come il differenziale tra Btp e Bund tedeschi sopra i 180 punti base provochi gravi conseguenze su famiglie e imprese. La risposta di Laura Castelli è stata: «Non racconti che il tasso dei mutui dei cittadini dipendono dallo spread, lo sa anche lei che è falso». Falsità? Padoan, da conoscitore della materia ha tenuto a precisare con toni molto pacati: «Le spiego una cosa, se aumenta lo spread diminuisce il valore capitale degli attivi delle banche e quindi le banche si devono rifare alzando il costo del finanziamento». Sarebbe bastato il silenzio e dire: «Ha ragione». Ma la pentastellata, sottosegretario al Mef, ha preferito rispondere: «Questo lo dice lei». Fine primo tempo.

 

Laura Castelli: «Il pil non cresce perché è Bruxelles a impedirlo»

Gioco, partita e incontro? Assolutamente no. Come evidenzia il professore Riccardo Puglisi, l’apoteosi dei ragionamenti (privi di fondamento) del sottosegretario prosegue spostandosi sul tema del Pil. Questo il Castelli pensiero: «Guardate che le regole di Bruxelles sono quelle che ti dicono che il PIL non deve crescere oltre la misura che gli dice Bruxelles». Il j’accuse non può passare inosservato, soprattutto perché pronunciato di fronte a una platea come quella di Porta a Porta.

 

L’imbarazzo per il ruolo di «rappresentanza» nelle istituzioni europee

Come spiega Puglisi sul suo blog: «non è più questione di limiti derivanti dal Trattato di Maastricht o dal Fiscal Compact sul rapporto tra deficit e PIL, oppure -come amano argomentare alcuni patrioti italiani- sull’avanzo commerciale dei cattivi tedeschi che esportano troppo. Niente di tutto questo: secondo la nostra ineffabile Castelli è la stessa Unione Europea che con le sue regole sostanzialmente sadiche ci impedisce di crescere più di un certo tot». E la questione si sposta anche sul tema della rappresentanza: «Che cosa potrebbe succedere se la stessa sottosegretaria grillina Castelli formulasse lo stesso concetto a una riunione ufficiale? Ad esempio in un incontro in cui deve confrontarsi coi suoi pari negli altri paesi dell’Unione Europea?».

(foto di copertina: ANSA/GIUSEPPE LAMI)

 

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