Laura Castelli chiede all’opposizione del Pd di «riferire in aula» sui bilanci precedenti
01/02/2019 di Redazione
Laura Castelli, sottosegretario all’Economia in quota Movimento 5 Stelle, ha avanzato una richiesta davvero molto particolare, nel corso di un’intervista rilasciata al Corriere della Sera. Secondo l’esponente del governo giallo-verde, infatti, il Partito Democratico – una forza politica che si trova all’opposizione – dovrebbe «riferire in aula» sulla legge di bilancio adottata dai governi precedenti.
Laura Castelli chiede al Pd di riferire in aula
La rappresentante del Movimento 5 Stelle, alla domanda della giornalista Monica Guerzoni che metteva in evidenza la richiesta del Partito Democratico di sentire Giovanni Tria, per riferire in aula sul calo del Pil registrato ieri dai dati dell’Istat e anticipato il giorno prima dal presidente del Consiglio Giuseppe Conte, ha risposto senza possibilità di equivoci: «Non abbiamo la paura di riferire in Parlamento sulle nostre azioni. Piuttosto il Pd riferisca in aula sugli effetti negativi delle sue misure».
La differenza tra governo e parlamento e la funzione di controllo sull’esecutivo
Laura Castelli, in quanto sottosegretario al ministero dell’Economia, è un rappresentante del potere esecutivo. Il Parlamento esercita una funzione di controllo sull’esecutivo, attraverso gli strumenti delle interrogazioni, delle interpellanze e delle commissioni d’inchiesta (che, tuttavia, vengono aperte soltanto in casi particolari, relativi a materie di pubblico interesse). Le interrogazioni e le interpellanze sono presentate dai parlamentari che invitano il governo a riferire in Aula, attraverso una risposta scritta o orale, su determinate questioni.
Insomma, non è previsto che una forza di opposizione riferisca in Aula su richiesta del governo. Anche perché, in quanto forza di opposizione, non può esercitare il potere esecutivo. Una delle funzioni più importanti del Parlamento, secondo la Costituzione, oltre a quella legislativa, è quella di controllo nei confronti del potere esecutivo. Se si sovvertono questi principi si arriva al paradosso proposto dalla Castelli. Il M5S non si trova più all’opposizione, ma è parte del governo. E non può chiedere a una forza di minoranza di «riferire in Aula» come se quella stessa forza di minoranza fosse ancora a Palazzo Chigi.
FOTO: ANSA/GIUSEPPE LAMI