Boldrini e l’interrogazione a Salvini per proteggere Berizzi dalle aggressioni neofasciste

Chissà se Matteo Salvini, che ha già dimostrato in passato una certa allergia nei confronti di Roberto Saviano e della sua scorta, accoglierà positivamente la richiesta che Laura Boldrini, attraverso un’interrogazione, gli farà a proposito del giornalista di Repubblica Paolo Berizzi, continuamente minacciato da associazioni di stampo nazifascista per il suo lavoro quotidiano sull’universo dell’estrema destra in Italia.

Laura Boldrini e l’interrogazione a Salvini sul giornalista di Repubblica

Giornalettismo, infatti, è in grado di anticipare i contenuti di un’interrogazione che l’ex presidente della Camera rivolgerà al ministro dell’Interno per chiedere quali provvedimenti intenderà prendere per garantire l’incolumità del giornalista – autore del saggio Nazitalia, che parla proprio della diffusione del risorgere dei movimenti nazifascisti nel nostro Paese – e per permettergli di svolgere in tutta serenità il suo mestiere. Senza, magari, doversi continuamente preoccupare delle minacce e delle intimidazioni che sono state rivolte a lui e alla sua famiglia.

Il lavoro di Paolo Berizzi sui movimenti nazifascisti in Italia

Paolo Berizzi, lo si ricorda, si è reso protagonista di diversi reportage sui movimenti neofascisti italiani: dalla descrizione della nuova marcia su Roma promossa da Forza Nuova, passando per il lido di Chioggia con il brand di Benito Mussolini dappertutto. Non solo: Berizzi ha documentato il blitz del Veneto Fronte Skinheads nella sede di un’associazione che si occupa di migranti a Como. Questo e molto altro costituisce la narrazione che tiene insieme il viaggio del giornalista di Repubblica nell’Italia delle destre estreme. Nazitalia ha visto la luce nel 2018.

Gli atti intimidatori subiti da Paolo Berizzi

Prima e dopo, Berizzi è stato al centro di atti intimidatori, come quello davanti alla sede di Bergamonews. In quella circostanza, il giornalista venne definito «vergogna della città». Ma non solo: a Berizzi venne indirizzato uno striscione provocatorio su un cavalcavia dell’A8 e, recentemente, il giornalista è stato oggetto di minacce dirette, fino nell’androne dell’appartamento in cui vive, con svastiche e scritte contro la sua famiglia.

In virtù di questi episodi e in seguito alle proteste della Federazione Nazionale della Stampa, a Berizzi  è stato garantito un dispositivo di vigilanza generica dinamica. In soldoni, le forze dell’ordine – a intervalli di tempo più o meno regolari – monitorano la sua abitazione. Ma basterà per garantirgli l’incolumità? La deputata Laura Boldrini lo chiede nella sua interrogazione a Salvini: «Il ministro dell’Interno – scrive l’ex presidente della Camera – ritiene sufficienti le misure adottate e volte a garantire l’incolumità di Paolo Berizzi ed eventualmente quali misure intende adottare affinché al giornalista venga data la possibilità di continuare a svolgere il suo lavoro senza il rischio continuo di minacce volte ad intimidirlo e silenziarne l’opinione?».

In un momento in cui la libertà di stampa sembra essere sempre più a rischio e in cui il pericolo di un fascismo di ritorno in Italia è sempre vivo, c’è attesa per la risposta di un ministro dell’Interno che soltanto nella giornata di ieri ricordava come la mozione per lo sgombero di CasaPound (partito che si autodefinisce «fascisti del terzo millennio») approvata da Pd e M5S al comune di Roma non sia una priorità.

Il testo integrale dell’interrogazione di Laura Boldrini a Salvini su Paolo Berizzi

Ecco il testo integrale dell’interrogazione che Giornalettismo può fornirvi in anteprima:

Al Ministro dell’Interno
per sapere – premesso che
– il giornalista Paolo Berizzi, nel 2017, ha raccontato, attraverso le pagine del quotidiano la Repubblica, la nuova marcia su Roma di Forza Nuova, il lido «mussoliniano» di Chioggia, il blitz del Veneto Fronte Skinheads nella sede di un’associazione pro-migranti di Como e le varie forme in cui si collocano i gruppi neofascisti presenti sul territorio italiano;
– nel 2018 ha pubblicato un libro, NazItalia, in cui ha documentato il progredire delle formazioni neofasciste nel nostro Paese e il loro radicamento nel tessuto sociale e la timidezza con cui vengono affrontate;
– il 25 marzo 2017 davanti alla redazione della testata online Bergamonews sono stati rinvenuti volantini sui quali era riportato un testo intitolato “Non sei solo” e il volto di Alessandro Limido, capo riconosciuto dei Do.ra, acronimo della ‘Comunità militante dei dodici raggi’, un gruppo di neonazisti che operano nella zona di Varese;
– tale atto è stato rivendicato su Facebook dal gruppo di estrema destra ‘Mab’ (Manipolo di avanguardia Bergamo) con un post che recita: “Il riscatto di una città non può avvenire in una notte. La viltà di un concittadino è difficile da cancellare. La nostra visita a Bergamonews vuol tenere alta l’attenzione sul giornalismo orobico, da sempre asservito ai Poteri forti. Paolo Berizzi Vergogna di Bergamo. Associazione Culturale MAB vice presidente Enrico Labanca”;
– il 20 ottobre del 2017, la Federazione nazionale italiana della stampa denunciava il fatto che, durante la notte, i componenti di una formazione che si ispira ad Adolf Hitler avessero preso di mira l’auto di Paolo Berizzi, incidendo sulla carrozzeria una svastica e altri simboli del nazismo;
– la notte del 15 maggio 2018 è comparso uno striscione provocatorio su un cavalcavia dell’A8 recante la scritta «Na$italia: Paolo Berizzi Camerata»;
– Il 30 ottobre 2018 il giornalista ha rinvenuto sui muri e nell’androne di casa scritte come “Infame, pagherai”, svastiche, croci celtiche, come riportato da diversi organi di stampa;
– Il 28 gennaio 2019 la Federazione nazionale italiana della stampa ha emanato un comunicato, nel quale Raffaele Lorusso e Giuseppe Giulietti, segretario generale e presidente della Fnsi spiegano che negli ultimi giorni il collega Paolo Berizzi ha ricevuto via social minacce di morte, rivolte a lui e alla famiglia, pesanti insulti e attacchi, addirittura l’augurio di ‘documentare presto il funerale della madre’, di finire i suoi giorni con ‘molto dolore e pena’;
– durante le varie iniziative di presentazione del libro NazItalia, Paolo Berizzi ha subito blitz di gruppi neofascisti che lo hanno contestato e a Padova ad esempio dei militanti di Forza Nuova sono entrati in sala e hanno scattato delle fotografie al giornalista con solo scopo intimidatorio;
– nel rapporto 2018 sulla libertà di stampa, Reporters sans frontières sostiene che in Italia crescono le minacce contro i giornalisti;
– il giornalista Paolo Berizzi ha attualmente un dispositivo di vigilanza generica dinamica, che prevede un passaggio saltuario delle forze dell’ordine sotto la sua abitazione o il luogo di lavoro;
– l’incolumità fisica di un cittadino, di un giornalista che svolge il suo mestiere d’inchiesta, deve essere questione prioritaria;

Se il Ministro dell’Interno ritiene sufficienti le misure adottate e volte a garantire l’incolumità di Paolo Berizzi ed eventualmente quali misure intenda adottare affinché al giornalista venga data la possibilità di continuare a svolgere il suo lavoro senza il rischio continuo di minacce volte ad intimidirlo e silenziarne l’opinione

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