Laura Boldrini e l’Italia dei giovani emigranti: «Come negli anni Cinquanta»

09/07/2019 di Redazione

C’è un’Italia giovane che investe nel nostro Paese, che spende 160mila a testa per l’istruzione, che non trova di meglio da fare che prendere una valigia, riempirla di sogni e di vestiti e partire verso mete europee o extra europee. Questa Italia non è quella degli anni Cinquanta, anche se i volumi ricordano quel triste periodo della storia del nostro Paese. Laura Boldrini lancia l’allarme emigrazione.

Laura Boldrini e l’emigrazione dei giovani italiani

«L’emergenza oggi non è l’immigrazione – dice l’ex presidente della Camera – ma l’emigrazione dei nostri giovani che ogni hanno abbandonano il nostro Paese. I tassi di emigrazione hanno raggiunto
quelli degli Anni Cinquanta. I nostri ragazzi fuggono dopo che lo Stato ha speso 160 mila euro a testa per l’istruzione. Di fronte a questa fuga il Governo non fa nulla mentre solleva una emergenza che non esiste».

L’occasione per snocciolare questi dati è stata l’intervento della deputata in Commissione Affari costituzionali e Giustizia della Camera durante il dibattito sul decreto sicurezza. In effetti, mentre nel governo ci si preoccupa di alcune decine di migranti che arrivano in Italia sulle navi delle ong e di quelli (ma la preoccupazione è inspiegabilmente minore) che arrivano sui barconi nei cosiddetti sbarchi-fantasma (circa 2700 persone), c’è tutta una folla di ragazzi italiani che prende la strada dell’estero perché in questo Paese non vede futuro.

I dati sull’emigrazione dei giovani italiani

Sono stati infatti oltre 140 mila i nostri connazionali che nel corso del 2018 hanno deciso di lasciare il nostro Paese e stabilirsi altrove. Nel corso degli ultimi 12 anni, gli italiani che hanno regolarmente preso residenza all’estero sono invece circa 2 milioni: una quantità equivalente alla somma degli abitanti di Milano e Palermo. Per citare altri dati, invece, in cinque anni l’Italia ha perso oltre 156 mila laureati e diplomati. Nel 2017, secondo l’Istat, più della metà dei cittadini italiani che si sono trasferiti all’estero (52,6%) era in possesso di un titolo di studio medio-alto: parliamo di circa 33 mila diplomati e 28 mila laureati.

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