L’attimo in cui Denise scomparve
18/03/2010 di Igor Jan Occelli
A volte basta un attimo solo a sconvolgere la vita. Un solo attimo di distrazione per modificare il corso di tante esistenze, trascorse fino a prima nella più comune tranquillità.
E basta una bugia, una sola, per dare adito a speculazioni, indagini, sospetti. Due semplici cose, fatte quotidianamente, in grado di cambiare corso agli eventi.
MOMENTI – L’attimo di distrazione avviene il 1° settembre del 2004. Una signora anziana è intenta a cucinare. Sono le 11,30 e manca poco allora di pranzo. Ogni tanto si affaccia e getta uno sguardo verso la strada, per vedere se è tutto a posto. È una cosa che fa in automatico, non certo perché ne ha bisogno. Qui a Mazara del Vallo si conoscono tutti, da sempre. E in questa via sono tutti parenti, così la donna cucina in tranquillità. Poi d’un tratto si accorge che qualcosa non va. Chiama più volte, ma non ottiene risposta. Scende in strada: non c’è nessuno. Il panico si impossessa di lei. Frenetica, inizia la ricerca. Va dai vicini: niente, in nessuna casa. In breve, visto che sono parenti, tutti iniziano a cercare. Urlano, strillano, invocano il nome ad alta voce senza ottenere nessuna risposta. Vanno anche al mercato, che oggi è giorno, ma anche qui nessuna traccia. Qualcuno fra gli ambulanti si mette a cercare: capita spesso che qualcuno si perda fra i banchi del mercato e sono abituati a dare una mano. Nulla. Si mettono in moto tutte le autorità. Gli elicotteri iniziano a sorvolare la zona, gli agenti della forestale perlustrano le aree verdi, la Capitaneria di porto allerta le sue motovedette. A fine serata c’è la certezza: Denise Pipitone è scomparsa, risucchiata dal nulla.
MISTERO – Quello che è strano è che possa essere scomparsa da sola. Denise ha solo quattro anni, più di tanto non può essersi allontanata. Meno che mai persa: la strada di casa la conosce benissimo. Tocca al colonnello Antonio Gasparro dire quello che tutti ormai temono: Denise è stata portata via da «agenti esterni». E mentre la nonna si dispera, rimproverandosi di aver lasciato sola la piccola nipotina, iniziano a farsi strada le prime domande: chi può aver rapito Denise e per quale motivo? I Pipitone sono gente semplice, per bene. La madre, Piera Maggio, ha trentacinque anni e fa la casalinga. Il padre, Toni Pipitone, di anni ne ha quaranta e fa il muratore. Di certo la piccola non è stata rapita per chiedere un riscatto. Impossibile. Si pensa subito a una ritorsione, a una vendetta. Ma la famiglia non ha nessun legame con la malavita organizzata. Altri parenti magari sì, ma loro no. Gente semplice, per bene appunto. L’ipotesi del pedofilo, anche se accarezzata, viene scartata. « Non c’è un elemento, dico uno, che possa farci pensare alla pedofilia. E lo stesso vale per un eventuale “mostro” vicino di casa» dirà il colonnello Gasparro ai tempi. I due genitori vengono interrogati, così come i parenti tutti, i vicini. E qui davvero entra in scena qualcosa di strano. Gli inquirenti non lo dicono, ma qualcosa che non va c’è. Tutte le persone ascoltate hanno raccontato gli stessi fatti. Nessuna contraddizione nei loro racconti, nessuna incongruenza. Tutto perfetto. E questo è davvero qualcosa di raro nelle indagini. Poi c’è un altro fatto. Nessun ha sentito la bambina gridare o piangere mentre la bambina veniva allontanata. Allora non rimane che pensare che chi ha rapito Denise la conoscesse. Forse anche bene. Qualche sospetto i genitori della bimba lo hanno e lo hanno detto anche ai magistrati, ma di questi non trapela nulla.
LA FAMIGLIA – Tutto si concentra vicino a casa. È qui che le indagini si fanno più strette. Non a caso il procuratore di Marsala Antonino Silvio Sciuto è convinto che Denise «sia ancora viva e tenuta segregata in qualche angolo di Mazara da qualcuno che vuole punire i genitori per motivi personali». Questa è la pista più attendibile. Due sono principalmente le strade a cui questa pista porta. La prima a un uomo che abita non lontano dalla famiglia Pipitone. Un uomo che si dice dedito a satanismo e messe nere, circostanza da lui non smentita, che però appare avere un alibi indistruttibile, davvero a prova di bomba. Certo, toccherebbe capire il movente: forse la bambina ha visto qualcosa che non doveva o lo hanno fatto i genitori? Tutte cose di cui si sa poco o nulla. L’altra strada invece è più tortuosa, più subdola, più crudele. C’è la sorellastra di Denise che non vede di buon occhio Piera. Il padre, Piero Pulizzi, lasciò sua madre per lei. E Denise, come si scoprirà poi, è proprio figlia di questo e non di Toni Pipitone. Insomma, ce n’è di lavoro per gli inquirenti, aiutati anche dagli uomini del Sisde e dallo psichiatra forense Massimo Picozzi. Le indagini proseguono, estenuanti, e la speranza dei genitori di riabbracciare Denise viva si accende un anno dopo quando un sorvegliante registra un video con il suo cellulare: nelle immagini c’è una bimba che potrebbe essere benissimo lei. Piera Maggio ne è certa: «Sono sicura, in quelle immagini ho riconosciuto mia figlia. Ho sentito anche la voce: è lei. Era solo un po’ dimagrita ma stava beve, spero che la trattino bene». La pista stavolta è buona, sostengono dalla Procura. Purtroppo non porta a niente.
MENTIRE – A qualcosa, invece, porterà una bugia. A dirla la sorellastra di Denise, Jessica Pulizzi. Quando, all’epoca della scomparsa della bimba, venne interrogata, Jessica non disse la verità. Sostenne di essere stata in una zona di Mazara all’ora del rapimento. Peccato che i tabulati telefonici elaborati con estrema attenzione abbiano raccontato un’altra storia: era proprio in quella zona invece. Poi si è allontanata dal paese per circa un’ora e poi vi ha fatto ritorno. Questa bugia cambia la vita di Jessica: i magistrati decidono che ci sono abbastanza indizi contro di lei per accusarla di aver rapito Denise. Il movente sarebbe da rintracciare nel rancore nei confronti del padre. Il processo a suo carico si è aperto nei giorni scorsi. Con lei, sul banco degli imputati, il suo ex ragazzo, Gaspare Ghaleb accusato di aver fornito false dichiarazioni, e sua madre, Anna Corona, che secondo l’accusa l’avrebbe aiutata. Tutto riprenderà a maggio, ma oggi, dopo quasi sei anni, della piccola Denise non si è avuta più traccia. E rimane il dubbio più grande tutto da svelare: è viva o morta?