Landini prepara il tavolo con Conte: «Disposti ad ascoltare. Ma se troviamo porte chiuse, lotteremo» | VIDEO

Maurizio Landini si sta preparando a tornare a Palazzo Chigi a distanza di 25 giorni dall’ultima volta. Il 1° luglio ci fu l’incontro con Giuseppe Conte e con Luigi Di Maio. Un modo per vedersi e per stabilire un contatto più che una vera e propria convocazione sul merito. Dal 25 luglio in poi, invece, si farà sul serio. Ieri è arrivata la nuova chiamata da parte del presidente del Consiglio. In mezzo c’è stato l’incontro con Matteo Salvini, quello a cui ha partecipato anche Armando Siri. Stavolta – la domanda viene quasi naturale – che governo sarà quello che si troverà seduto di fronte ai sindacati?

Maurizio Landini, l’intervista a Giornalettismo

Landini non ha dubbi. E ne parla serenamente con Giornalettismo: «A noi le questioni interne al governo interessano poco – ha affermato il segretario generale della Cgil -, purché il 25 si inizi a parlare dei temi che stanno a cuore ai lavoratori».

Un incontro che non si annuncia semplice per il governo. I sindacati si presenteranno a Palazzo Chigi con obiettivi molto chiari: «Noi siamo andati in piazza sia per cambiare le politiche sociali, sia per far sì che possa discutere con noi. Non ci aspettiamo soltanto di essere ascoltati dal governo – ha proseguito Maurizio Landini -, ma avremo proposte per far sì che i pensionati paghino meno tasse, che le grandi ricchezze finanziarie diano il loro contributo per dare slancio agli investimenti del Paese, che si combatta seriamente l’evasione fiscale. Deve essere un confronto vero anche su altri temi, perché vogliamo cambiare la legge di stabilità e le politiche del nostro Paese».

Il confronto di Maurizio Landini con ‘i due governi’

Maurizio Landini è tornato anche sull’incontro piuttosto interlocutorio con Matteo Salvini, avvenuto il 15 luglio. A quel tavolo, c’era anche l’ex sottosegretario Armando Siri. «Da che mondo è mondo – ha detto il segretario generale della Cgil – quando un ministro della Repubblica chiama, i sindacati devono rispondere. Soltanto in quella sede ci siamo resi conto che era presente soltanto una parte del governo. La presenza di Siri è stata impropria, ma mi è sembrata piuttosto una provocazione nei confronti dell’altra parte del governo».

Ma, al di là di questo, l’atteggiamento nei confronti di Palazzo Chigi sembra essere piuttosto chiaro: «Le politiche del governo devono essere chiare: se non lo saranno, siamo pronti a mobilitarci come abbiamo sempre fatto».

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