A largo di Lampedusa è stata una strage di donne
07/10/2019 di Enzo Boldi
Già i numeri che circolavano questa mattina non lasciavano alcuna speranza. Poi, poco prima della 14, il bollettino del naufragio a sei miglia dalle coste di Lampedusa ha aggiunto dolore a quelle cifre, sempre più alte. Fino a questo momento sono stati recuperati 13 corpi senza vita, annegati in mare nelle ultime ore. Si tratta di 13 donne che stavano per raggiungere il punto più basso dell’Italia dopo una difficoltosa traversata del Mediterraneo, con le onde alte provocate dal maltempo.
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Donne e mamme. Su quell’imbarcazione che si è ribaltata per via della violenza delle onde, viaggiavano circa 50 persone. Tutte alla ricerca di una vita migliore in Europa, dopo esser fuggiti da guerre e carestie di cui ogni giorno leggiamo (seppur troppo poco) sui giornali o vediamo in televisione. Tredici donne morte, una in coma e ricoverata presso l’Ospedale di Lampedusa.
Lampedusa, recuperati i corpi di 13 donne
E i numeri da brivido non si esauriscono. Perché se la conta dei superstiti ha toccato quota 22, quella dei dispersi si riduce sempre di più, ma non in positivo. All’appello, infatti, mancano almeno 15 persone tra cui anche una giovane mamma che viaggiava con il proprio bimba di otto mesi. Di loro, da questa notte, non si ha traccia e i soccorritori che stanno tentando e sperando di tenere vive le speranze, sanno già che il Mediterraneo potrebbe aver inghiottito tutti.
Gli otto bambini dispersi
E tra chi ancora non si trova ci sono anche otto bambini che, insieme agli altri, si trovavano a bordo della piccola imbarcazione che si è rovesciata a largo di Lampedusa. A sei miglia dalla meta per cercare una vita migliore. Una fortuna che in pochi dei protagonisti di questo maledetto (ma necessario) viaggio potranno avere.
(foto di copertina: ANSA/ PASQUALE CLAUDIO MONTANA LAMPO)