La truffa dei falsi Green Pass prosegue su Telegram, anche con i buoni Amazon

Ancora sono attivi canali, gruppi e bot per chiedere false certificazioni verdi. Ma si tratta di frodi: una volta pagato, infatti, nessuno riceve il documento

Non sono in grado di fare offerte esponenziali per i (non) prodotti che mettono in vendita, ma sono molto abili nello sfruttare i sentimenti anti-vaccinisti delle persone andando a lucrare su Telegram con i falsi Green Pass. Già nei giorni scorsi abbiamo parlato di ciò che accade all’interno di gruppi (creati ad hoc) presenti sulla piattaforma di messaggistica istantanea. Abbiamo raccontato la storia della modella truffata da uno studente, ma anche di tutte le altre storture che vengono propinate a chi si affida a questi truffatori. E la storia continua a ripetersi, ogni giorno, con vecchie e nuove modalità.



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Non pubblicheremo i nomi dei gruppi e dei canali Telegram che continuano a truffare le persone garantendo – dietro lauto pagamento – la consegna di falsi Green Pass in cambio di bitcoin, buoni Amazon, buoni Zalando o con carta di credito -, perché si tratta di una vera e propria galassia seguita (questo dicono i numeri degli “iscritti”) da almeno 90mila persone. Non conosciamo il numero esatto degli utenti che – pensando di farla franca acquistando una certificazione verde non vera – si sono fatti frodare, ma è evidente come il sistema marcio sia del tutto fuori controllo all’interno di quella piattaforma.



Perché facendo una rapida ricerca si riesce ad arrivare a una serie di canali/gruppi che rimandano l’uno all’altro. Alla fine l’epilogo è sempre lo stesso, racchiuso in questo messaggio-disclaimer che annuncia la “buona fede” della loro iniziativa. Ma anche la valenza reale delle certificazioni verdi acquistabili.



«Forniamo QRCode UE digitali firmati e autentici – si legge nel messaggio fissato in alto nella chat (e negli altri canali del gruppo) -, attualmente siamo gli unici che forniscono davvero il servizio, la maggior parte di ciò che puoi trovare su Internet in questo momento è una truffa! I nostri certificati sono autentici e funzionano in modo affidabile, il nostro obiettivo è fornire un servizio di qualità, veloce e automatizzato, anonimo e che garantisca la massima privacy. Non intendiamo fare affari con i dati dei nostri clienti e non siamo interessati in alcun modo a raccogliere dati sanitari».

Falsi Green Pass, la truffa tra bitcoin e buoni Amazon

Insomma, accusano gli altri gruppi Telegram di fare delle truffe e rivendicano di essere l’unico canale a offrire quel “servizio” di falsi Green Pass. Anzi, loro parlano di veri Green Pass funzionanti. E offrono anche pacchetti di offerta: 1 per 100 euro, 4 per 300 euro e 6 per 500 euro (con quest’ultima offerta che fa decadere il principio esponenziale della convenienza, come matematica insegna). Un servizio accurato, con tanto di canale a parte con le “recensioni” inviate dai clienti. Ovviamente si tratta di falsi, visto che non è la prima volta che ci ci troviamo di fronte a denunce di questo tipo. Anche perché l’unica persona a poter “parlare” all’interno di quei canali è l’amministratore. Insomma, la trasparenza non è proprio il massimo.

L’esperimento di Domani

Perché alle recensioni (false) pubblicate su Telegram, corrispondono testimonianze reali. Detto della modella truffata da uno studente e di molti altri casi  di persone che sono state frodate nel tentativo di comprare falsi Green Pass, oggi su Domani è stata pubblicata una mini-inchiesta sul campo. La redazione ha provato ad acquistare una di queste certificazioni verdi fake su uno dei canali di cui vi abbiamo parlato poco fa. Il contatto è avvenuto, ovviamente, tramite Telegram e l’accordo è stato raggiunto: una falsa certificazione in cambio di un buono Amazon da cento euro. L’amministratore di quel canale avrebbe preferito il versamento in bitcoin, ma alla fine si è deciso di procedere con un’altra modalità. Ricevuto il codice con il bonus pattuito, quel Green Pass non è mai arrivato. Il giornalista, sperimentatore in prima persona per svelare questa truffa, ha provato a contattare il gestore dei canali Telegram che si è nascosto dietro un “problema tecnico” che non gli ha permesso di riscattare il buono. Ma non è così, perché aveva utilizzato già parte di quei 100 euro (47 euro) per fare i suoi acquisti sul sito di e-commerce. Ed è così che gli spacciatori di falsi Green Pass stanno prendendo per i fondelli i no vax.

(foto di copertina: da Telegram)