La Nuova Zelanda ha vinto la battaglia contro il Covid-19

Mentre in Italia si passa alla Fase 2 con una transizione non priva di polemiche e nel resto d’Europa si comincia a ragionare sulle possibili riaperture, dall’altra parte del mondo arrivano buone notizie. Il primo ministro neozelandese, Jacinda Ardern, ha infatti dichiarato che, nel Paese, si è arrestata la trasmissione incontrollata del virus tra gli abitanti: ieri è stato registrato appena un nuovo caso di nuovo coronavirus. Un’evidenza che ha portato la Nuova Zelanda ad allentare il lockdown e riavviarsi verso la normalità, anche se con attenzione. «Abbiamo vinto la battaglia» sintetizza la premier «ma dobbiamo rimanere vigili e proseguire su questa strada». Nella nuova fase infatti sono autorizzate le riaperture dei piccoli commercianti, dei ristoranti, e di alcune scuole. Le scuole, in particolare, riapriranno per i bambini sopra i 10 anni di età che non possono seguire le lezioni da casa, o i cui genitori devono per forza di cose tornare al lavoro. Anche ai lavoratori sarà permesso di tornare in fabbriche e aziende sempre nel rispetto delle norme di sicurezza e distanziamento sociale.

Ma la “riapertura” non significa automaticamente ripristino della vita sociale, come dichiarato anche dalla Ardern al Guardian: «Stiamo riaprendo l’economia, ma non le nostre vite sociali»

Perché si può parlare di “sconfitta” del virus

Ma quanto annunciato dalle autorità neozelandesi non significa “zero contagi”, quanto piuttosto che i virologi sono i grado di identificare la genesi dell’infezione di tutti quelli che sono attualmente positivi. E se l’RO globale del virus, ovvero il numero di infezioni potenzialmente provocate da ciascun individuo, viaggia ancora a una preoccupante media di 2.5, nel paese oceanico si attesta su un rassicurante 0.4. Una base che fa ben sperare per l’eradicazione definitiva del Covid-19. Finora la Nuova Zelanda ha fatto riscontrare appena 1500 casi di nuovo Coronavirus e 19 decessi. Uno scenario radicalmente diverso da quello di molti altri paesi nei quali la lotta contro il Covid-19 si preannuncia assai più complicata.

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