La grande ascesa di Substack

Negli ultimi anni, anche in Italia, sempre più persone utilizzano la piattaforma. E anche i giornalisti la usano come strumento alternativo e più "libero" rispetto ai quotidiani

23/10/2024 di Enzo Boldi

I numeri parlano chiaro: da fenomeno di nicchia, negli ultimi anni Substack si è trasformata in una delle piattaforme di riferimento per chi crea contenuti scritti (e non solo) e per quegli utenti che vogliono essere costantemente aggiornati – a mo’ di newsletter – sugli approfondimenti pubblicati da ogni singolo autore. Un prodotto che, fin dalla sua fondazione nel 2017, ha una natura propria e indipendente rispetto ai più classici organi di informazione. Indipendente perché ogni singolo scrittore può liberamente parlare di ciò che vuole e il suo successo (o insuccesso) è dettato esclusivamente da quei lettori che decidono di abbonarsi al “canale”. Dunque, anche una fonte di guadagno che non si basa sul concetto di visualizzazioni (tanto caro ai siti di informazione online), ma sulla fidelizzazione.

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Anche perché, ogni autore può decidere il prezzo del proprio abbonamento, con la piattaforma che trattiene “solamente” il 10% di ogni singola sottoscrizione. Non è un caso che, al netto della tipologia di contratto, moltissimi giornalisti e operatori del settore dell’informazione hanno puntato molto su Substack, proponendo contenuti che non possono – per policy – essere stati già pubblicati sugli altri organi di informazione. Il tutto sotto quel faro chiamato diritto d’autore: ogni singolo creatore di contenuti è il titolare del copyright di ogni singolo contenuto pubblicato che, però, non può essere – al netto di altri accordi – un “copia&incolla” di ciò che è già stato pubblicato altrove.

Substack, i numeri di una crescita esponenziale

Ma veniamo ai numeri. La piattaforma è cresciuta e continua a crescere esponenzialmente. Secondo i dati più recenti (relativi al 2021, quando Substack ha interrotto la comunicazione su questo aspetto), tre anni fa erano registrati oltre 500mila utenti abbonati. E pensare che nel luglio del 2018 questo dato era fermo a 11mila. E, secondo i dati Axios, attualmente – in tutto il mondo – ci sono oltre 17mila autori che vengono pagati per le loro newsletter dagli utenti, attraverso la formula dell’abbonamento.

Ma c’è anche di più: i visitatori unici registrati nel gennaio del 2024 hanno sfiorato i 50 milioni (49,4 milioni, per l’esattezza), con un aumento esponenziale (del 42%) rispetto allo stesso dato registrato qualche mese prima, nell’agosto del 2023. Ed eccoci al punto focale: la gente si abbona? Substack ha registrato oltre 20 milioni di abbonamenti attivi al mese, di cui 2 milioni sono a pagamento. Dunque, parliamo di un successo che continua a correre su binari molto delineati. E non è un caso che anche i giornalisti, da ogni parte del mondo, abbiano deciso di utilizzare questa piattaforma.

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