La capitale del peccato che non ti aspetti

Lugano è il troiaio d’Europa, secondo Fabrizio Corona. In Canton Ticino, 300 mila anime, esercitano più di mille prostitute, una stima al ribasso. La vicinanza con l’Italia e la legalizzazione del meretricio hanno reso la Svizzera italiana il paradiso dei bordelli

Ogni weekend un variegato popolo emigra. Dall’Italia verso il Canton Ticino, passando prevalentemente per la dogana di Chiasso. Negli anni ’70 la gita a Lugano significava un pieno di benzina a basso prezzo ed una scorta di Toblerone. I costumi sono leggermente mutati e negli ultimi anni la frontiera viene superata da orde di clienti affamati di sesso a buon mercato. Per meno di 100 euro prestazioni complete e al riparo da sguardi indiscreti, in piccoli ma comodi appartamenti dove brasiliane, slave, e donne provenienti da ogni parte del mondo si offrono ai loro clienti.

FENOMENO SVIZZERO – In Canton Ticino e in Svizzera la prostituzione è consentita da molti anni, ma da più di 10 è diventata un fenomeno diffuso che cresce ogni anno.  A fine anni ’90 spuntarono come funghi bar all’interno di alberghi, dove tutte le camere erano affittate a giovani prostitute. Le consumazioni erano molto care, e i rapporti gratuiti, così che si eludeva il divieto di sfruttamento della prostituzione, ancora vigente, che avrebbe reso immediata la chiusura di strutture del tutto simili a bordelli. Il fenomeno spinse le autorità dei vari Cantoni a legalizzare il meretricio,  tanto che almeno 15 mila donne esercitano  la professione sul territorio federale. Nella gran parte dei 26 Cantoni si trovano molti bordelli, in particolare nelle zone di confine. Zurigo e Ginevra, le due più grandi città svizzere, molto vicine a Germania e Francia, offrono numerose possibilità a chi arriva dall’estero per pagarsi un rapporto sessuale. La Svizzera italiana, collegata via Autostrada dei Laghi alla Pianura Padana, è diventata nel corso degli anni il maggior polo d’attrazione del business della prostituzione, stimato in almeno 100 milioni di euro annui. Cifra da valutare per difetto, perché non comprende l’indotto generato dalla presenza di professioniste del sesso che guadagnano tra i 1.000 e i 2.000 euro al giorno. Parrucchieri, estetisti, gioiellerie e boutiques hanno vissuto un vero e proprio boom grazie alle più di mille prostitute che vivono nel piccolo Ticino. Passeggiando per il centro di Lugano, al pomeriggio, si incrociano spesso coppie di giovani donne dall’accento straniero dedite a frenetiche attività di shopping, una presenza spesso denunciata dalle forze politiche locali, ma più che tollerata grazie alle preziose risorse portate dal flusso continuo e ininterrotto di italiani in cerca di sesso.

MELANO, MILANO – Il piccolo paese di Melano è un caso paradigmatico della trasformazione del Canton Ticino. Poco più di 1.000 abitanti, era la classica piccola comunità che si trova sul Lago di Lugano, o Ceresio. L’uscita autostradale a 5 km dal confine cittadino e la relativa vicinanza alla dogana di Chiasso – distante meno di 15 minuti – ne hanno fatto un paradiso della prostituzione. A Melano si trovano 4 bordelli, mascherati da bar o da ristorante, nei quali è possibile prendere una birra o mangiarsi una pizza, ma è molto più facile trovare una ragazza straniera che offre il proprio corpo a poche decine di euro. Il prezzo medio è decisamente conveniente rispetto al mercato italiano, dove la prostituzione casalinga è più costosa rispetto a quella stradale. I 4 bar/ristorante di Melano sono incastonati in complessi residenziali dove le ragazze hanno a disposizione una camera con un bagno proprio, affittata ad un costo poco superiore rispetto al costo di un singolo rapporto sessuale, tra i 70 e i 100 euro. L’offerta è multiculturale, dato che nel piccolo paesino ticinese si trovano ragazze da ogni parte del mondo, mentre altri postriboli ticinesi si sono specializzati. Il celebre Oceano di Noranco, periferia di Lugano e poco distante da Melano, è popolato di ragazze brasiliane, mentre il Motel Castione è il porto di attracco delle ragazze slave. Tutti questi luoghi sono contraddistinti da un tratto comune, la costante presenza di macchine targate Italia. In Ticino vivono 300 mila persone, e nel Sottoceneri, dove la prostituzione  è diffusissima, è residente meno della metà della popolazione cantonale. La zona è però confinante con la regione più popolosa d’Italia, la Lombardia, ed è raggiungibile in un paio d’ore dalla gran parte della Pianura Padana. La benzina costa ancora poco in Svizzera, circa 30 centesimi di meno rispetto all’Italia, ma non è per il pieno che la Padania si dirige verso il transito elvetico, lavoratori frontalieri a parte, che dopo le regolari 9 ore fatte non disdegnano una capatina al lupanare. Pagano in franchi, e risparmiano qualcosa visto che il cambio non è favorevole nei bordelli ticinesi.

PROBLEMI CRESCENTI – Nei registri cantonali dove le prostitute si immatricolano sono presenti circa 300 professioniste, che rappresentano meno di un terzo delle donne attive nei bar/alberghi del Ticino. I Comuni non possono vietare direttamente la costituzione di una simile attività imprenditoriale, ma cercano di costruire piani regolatori in modo da espellere i postriboli, tanto apprezzati dai forestieri quanto indigesti agli autoctoni. A Melano, 2 dei bar sopracitati sono stati recentemente chiusi, anche se poi hanno ripreso le attività sotto altro nome, oppure spostandosi nei Comuni a fianco. La polizia contrasta l’esercizio illegale della prostituzione e lo sfruttamento delle irregolari, che costituiscono una parte significativa dell’offerta di sesso del Ticino. La tratta dei clandestini e la cocaina a fiumi che scorre in questi postriboli rende spesso ingestibile la vita di questi luoghi, tanto che nelle scorse settimane al Motel Castione si è svolta una delle più partecipate e sanguinose risse della storia del Cantone. Chiusura immediata per uno dei luoghi di perdizione più noti del Ticino, ma le ragazze che là vivevano si sono subito spostate in uno dei tanti punti di appoggio alternativi che si trovano nella Svizzera italiana. I bar/alberghi dovrebbero essere almeno 50, conditi da saune e dai tradizionali night club che hanno sempre caratterizzato la dolce vita di Lugano. I gestori dei night del Ceresio hanno più volte chiesto interventi alle autorità cantonali, data la cospicua riduzione del loro giro d’affari subita con la concorrenza di casini a buon mercato. I politici locali strepitano spesso contro uno dei maggiori business della loro regione, e le proteste si sono recentemente alzate anche dall’Italia. Il parroco di Mariano Comense, luogo simbolo della tradizione cattolica ambrosiana, si è scagliato contro la pubblicità di un bordello luganese attaccata sui muri della città brianzola. Da un lato ha le sue ragioni visto che il gregge tende a smarrirsi più spesso del solito, ma dall’altro manca di pragmatismo. Per ritrovarle, basta seguire le indicazioni dei cartelli e prendere la strada che porta a Chiasso.

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