In Germania chiedono di sostituire Kaspersky. E anche in Italia sarebbe arrivata una comunicazione classificata

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Lo ha riportato il Riformista che ha avuto modo di leggere una comunicazione del CSIRT

Una comunicazione del CSIRT che mette in guardia la pubblica amministrazione italiana dall’utilizzo di Kaspersky. Sarebbe questo il contenuto di un documento classificato che il Riformista ha avuto modo di leggere. La notizia è stata pubblicata dal giornalista Nicola Biondo. Dunque, potrebbe essere possibile che – in breve tempo – diverse istituzioni italiane e anche diversi uffici della pubblica amministrazione faranno a meno del servizio antivirus russo, uno dei più famosi nonché uno dei più affidabili in circolazione. Il tutto, ovviamente, a seguito dell’aumentare delle tensioni provocate dall’invasione dell’Ucraina da parte della Russia.



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Kaspersky nella pubblica amministrazione, come si muove l’Italia

Una notizia che è seguita a quella arrivata direttamente dal BSI tedesco. L’Ufficio federale per la sicurezza delle informazioni di Berlino, infatti, ha messo in guardia con una nota ufficiale dall’utilizzo di Kaspersky all’interno della pubblica amministrazione, consigliando alle stesse di sostituire il prodotto con pacchetti similari realizzati da aziende concorrenti nello stesso settore.



Il BSI ha spiegato: «Le azioni delle forze armate e/o di intelligence in Russia e le minacce mosse dalla Russia contro l’UE, la NATO e la Repubblica federale di Germania nel corso dell’attuale conflitto armato sono associate a un rischio considerevole di un attacco informatico».

Dunque, la Germania è andata un passo oltre rispetto a quello che avrebbe fatto l’Italia e l’agenzia nazionale per la cybersicurezza. Soltanto nella serata di ieri, il sottosegretario alla presidenza del Consiglio con delega ai servizi segreti, Franco Gabrielli, aveva detto che – a eccezione dell’Olanda – nessun Paese europeo aveva bandito Kaspersky. Francia e Spagna avevano dato delle raccomandazioni «così come ha fatto anche l’Italia», mentre la Germania avrebbe chiesto alle nostre istituzioni competenti istruzioni sul da farsi. In ogni caso, Franco Gabrielli aveva anticipato che la tendenza dell’Italia sarebbe stata quella di sollecitare, al proprio interno, un dibattito e una azione concreta per l’autosufficienza e per la resilienza cibernetica in questo settore.