Gabrielli e la “resilienza cibernetica” dell’Italia dagli attacchi hacker

Il sottosegretario con delega ai servizi segreti ha parlato a Quarta Repubblica. Tra i temi affrontati anche quello di Kaspersky

15/03/2022 di Redazione

Tra i tanti utilizzi del termine resilienza, mancava l’accostamento con la sfera cibernetica. Franco Gabrielli, intervistato nel corso della puntata di Quarta Repubblica, ha parlato di resilienza cibernetica a proposito degli attacchi hacker che l’Italia sta affrontando e continuerà ad affrontare nei prossimi giorni, visto anche il contesto di guerra ibrida che stiamo vivendo in questo momento. Le parole, di fronte a un Nicola Porro che ha cercato di affrontare l’argomento nella maniera più divulgativa possibile, sono comunque state importanti per descrivere, attualmente, lo stato delle nostre istituzioni che si occupano di tutelare il Paese dai rischi legati alla sfera cyber.

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Franco Gabrielli e la resilienza cibernetica dell’Italia

In un passaggio, in modo particolare, il sottosegretario alla presidenza del Consiglio con la delega ai servizi segreti ha spiegato il ruolo dell’agenzia nazionale per la cybersicurezza: «Dobbiamo garantire una protezione all’Italia non soltanto quando gli attacchi hacker mostrano i loro effetti, come ad esempio quelli che sono stati evidenti nel corso dell’attacco hacker al CED della Regione Lazio, ma anche nel lavoro di prevenzione. Questo governo sta lavorando, al di là della facile ironia che ho sentito a proposito dell’Agenzia nazionale per la cybersicurezza, alla resilienza cibernetica».

Franco Gabrielli ha poi parlato anche di Kaspersky, l’antivirus utilizzato in molti settori della pubblica amministrazione e anche a livello istituzionale. Secondo il sottosegretario, non ci sono motivi di preoccupazione, dal momento che Kaspersky è inserito nell’elenco dei sistemi di tutela utilizzabili a livello pubblico sin dal 2003, senza aver mai creato problemi. L’Italia ha diramato delle raccomandazioni in proposito, mentre altri Paesi europei non hanno preso particolari provvedimenti: «Il nostro Paese, in ogni caso, dovrebbe dotarsi di una propria autonomia a livello tecnologico, anche in questo campo» – ha detto Gabrielli insistendo ancora sul concetto di resilienza cibernetica.

Nessun accenno, invece, all’allerta che era stata diramata per lo scorso 6 marzo dal CSIRT a proposito di un grande attacco hacker contro le strutture più sensibili che si sarebbe dovuto verificare in quella data. Una domanda su cui, evidentemente, sarebbe stato utile ascoltare il parere del sottosegretario alla presidenza del Consiglio, visti gli equivoci che si sono venuti a creare e vista anche la scarsa cultura di cybersicurezza del nostro Paese. In quell’occasione è passato il messaggio che gli attacchi hacker siano degli eventi pianificabili su larga scala in un momento preciso. Al contrario, quello di un cyberattacco è un problema quotidiano che, ogni giorni, istituzioni e aziende private devono affrontare.

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