Il parricidio di Marine Le Pen
11/03/2018 di Gianmichele Laino
Un parricidio congressuale, a colpi di statuto. Marine Le Pen ha messo le sue mani sul Front National liberandosi una volta per tutte dell’ingombrante figura paterna. Il divorzio era nell’aria, si era già consumato nel balletto delle dichiarazioni sui giornali e delle varie tornate elettorali in Francia. Ma adesso è stato sancito definitivamente anche sulla carta. Nel corso del congresso di Lille, i delegati hanno votato per il nuovo statuto che prevede la decadenza dalla carica di presidente onorario dello storico leader e fondatore del movimento Jean-Marie Le Pen.
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JEAN-MARIE LE PEN, LA SUA ESTROMISSIONE
Ora, non ci sarà nemmeno la scure giudiziaria a pendere su Marine, che nel 2015 aveva dovto affrontare una causa dopo l’esclusione dal partito del padre in seguito alle sue dichiarazioni violentemente anti-semite. Per celebrare questo distacco con il passato, la Le Pen è anche pronta a cambiare il nome al movimento, eliminando così qualsiasi scoria del passato.
I delegati hanno votato a favore del nuovo statuto nella misura del 79,9%. A poco erano valse le minacce di Jean-Marie Le Pen di recarsi a Lille anche facendo ricorso alla «forza pubblica». Lo storico fondatore, 89 anni, per la prima volta non ha partecipato a una riunione congressuale del suo ex partito. Marine Le Pen, invece, è stata riconfermata senza sorpresa segretario del Front National, essendo l’unica candidata alla carica ed essendo il numero di schede bianche o nulle davvero irrisorio.
JEAN-MARIE LE PEN, COSA SUCCEDERÀ ORA
Tuttavia, questa riconferma e la contestuale rimozione di Jean-Marie Le Pen dal partito arriva in un momento non proprio felice per il Front National che, negli ultimi mesi, ha dovuto subire una vera e propria emorragia di consensi. Nonostante l’approdo – soltanto un anno fa – al secondo turno delle primarie per le presidenziali (vinte poi da Emmanuel Macron), nel corso di questi mesi la forza del partito sembra essere stata ridimensionata. Gli osservatori, ora, attendono sviluppi da questa nuova svolta congressuale: la linea della Le Pen riuscirà a superare questa fase non particolarmente positiva o la fine di Jean-Marie rappresenterà anche la metafora della decadenza di uno dei simboli dell’ascesa del populismo europeo?