Nemmeno Gemini sa spiegare il motivo dell’esclusione dell’Italia

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In attesa di una risposta ufficiale di Google, abbiamo interrogato il suo chatbot AI conversazionale sul caso

Piccola premessa: per avere una risposta ufficiale sul caso dell’Italia esclusa dal Google AI Hackathon occorre attendere le risposte alle nostre domande da parte del colosso di Mountain View. In un precedente approfondimento abbiamo provato a ricostruire, attraverso eventi simili già accaduti in passato, uno dei motivi che possono aver spinto l’azienda multinazionale americana a chiudere le porte agli sviluppatori residenti nel nostro Paese. Si tratta, però, solamente di una delle tante indicazioni che non forniscono una risposta sicura ai nostri interrogativi. Per questo motivo, abbiamo deciso di chiedere lumi a Gemini, il chatbot AI conversazionale di Google. Ma il tentativo è stato vano.



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In attesa della risposta ufficiale di Google, dunque, anche l’intelligenza artificiale di Mountain View sembra avere le idee piuttosto confuse su questa vicenda. Ma arriva anche una conferma: non ci sono informazioni/comunicazioni ufficiali su questa decisione.



 



Dunque, anche Gemini sottolinea come l’azienda che l’ha sviluppato non abbia fornito indicazioni su quella decisione che campeggia nella pagina iniziale (e ribadita anche all’interno della sezione “regole“).

Italia esclusa da Google AI Hackathon, la risposta di Gemini

Nel prosieguo della sua risposta, Gemini ha provato a fornire alcune possibili spiegazioni. Nessuna di queste, però, sembra poter essere attinente alla decisione presa da Google sull’esclusione dei residenti in Italia al suo AI Hackathon:

Per quel che riguarda il numero di partecipanti, questo vincolo (con un margine di probabilità pari al 100%) è da escludere per la dinamica stessa del principio dell’hackathon. Per questo stesso motivo, possiamo escludere il punto sul focus regionale, sulla logistica e sulle tematiche. Anche parlare di “sponsorizzazioni” appare fuori luogo. Inoltre, oltre a queste eventualità, Gemini dice che «Ci potrebbero essere altre ragioni che Google non ha ancora reso pubbliche». Ed è la realtà. In attesa che Google risponda alle nostre domande.