I Tanga possono essere uno strumento di protesta: lo dimostrano le donne irlandesi

Migliaia di donne hanno sfilato oggi per le strade di Dublino mostrando fieramente i loro tanga. Non è una protesta qualsiasi: la manifestazione segue l’hashtag lanciato lunedì #ThisIsNotConsent a seguito dell’assoluzione di un giovane accusato di stupro: la vittima l’avrebbe provocato perché «indossava un tanga con il pizzo»

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La dichiarazione dell’avvocato: «Basta guardare come era vestita»

Un 27enne è stato assolto dall’accusa di stupro la scorsa settimana a Cork. La prova “schiacciante” usata dalla difesa del ragazzo sarebbe stato l’indumento intimo indossato dalla vittima diciassettenne. Durante la sua arringa conclusiva, l’avvocatessa Elizabeth O’Connell – sì, una donna- della difesa ha invitato la giuria a tenere in considerazione la biancheria indossata dalla ragazza la notte in cui si presume sia avvenuto lo stupro. «Le prove escludono la possibilità che lei sia stata attratta dall’imputato e fosse aperta ad incontrare qualcuno e stare con qualcuno?» ha chiesto provocatoriamente aggiungendo la frase scandalosa: «Guardate il modo in cui era vestita, indossava un perizoma con un davanti di pizzo». Una frase inaccettabile, a prescindere che il ragazzo sia davvero colpevole o meno. L’abbigliamento di una donna, nel 2018, non può essere usata come alibi per una molestia o, peggio, per uno stupro. 

La solidarietà online sotto l’hashtag #ThisIsNotConsent

Appena la notizia è stata diffusa dai media, dichiarazione inclusa, online moltissime donne irlandesi hanno cominciato a postare foto dei propri tanga utilizzando l’hashtag #ThisIsNotConsent, questo non è consenso. I tanga sono stati mostrati fieramente anche durante la manifestazione che si è tenuta oggi per le strade di Dublino e di molte altre città irlandesi. Noeline Blackwell, la responsabile del centro antiviolenza di Dublino, aveva commentato le parole dell’avvocatessa dicendo che non era sorpresa che il focus della difesa fosse sull’abbigliamento della giovane vittima. «Invitare la giuria a credere che si fosse vestita così per ottenere del sesso non ci sorprende – ha dichiarato all’Indipendent – Accompagniamo spesso le persone nei tribunali e vediamo in continuazione l’utilizzo di stereotipi per screditare le vittime e rinforzare elementi della difesa».

I cortei di protesta in tutta l’Irlanda

Per le strade delle città irlandesi hanno sfilato donne di ogni etnia ed età, ma anche uomini. I tanga sono stati usati come bandiere, come cartelli, e alcuni sono stati lasciati sui gradini dello stesso tribunale di Cork dove è stato discusso il processo. L’account Twitter @ibelieveher, “io le credo”, che raccoglie e pubblica le testimonianze di donne irlandesi vittime di abusi che vogliono restare anonime, è stato taggato in molte delle foto condivise sul social dagli attivisti e dalle persone che hanno preso parte alle manifestazioni.

https://twitter.com/ibelieveher_ire/status/1062725796291375104

 

(Credits immagine di copertina: foto condivise su Instagram da @itsmeniamhalice e @ibelieveherireland

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