Irene Grandi a Sanremo 2020: «Vasco mi ha cucito la canzone, aprirò il suo Circo Massimo» | VIDEO

Irene grandi ha aperto il Festival di Sanremo ed è stata anche la prima cantante a presentarsi in conferenza stampa il 5 febbraio: «Sono stata onorata di aprire un festival di Sanremo, la tensione è alta e l’ho preso anche come un segno di stima per le mie capacità».

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Cantare una canzone di Vasco può farti cambiare e sentire con le spalle coperte?

«C’è una sensazione di forza nelle canzoni di Vasco, riesce a tirarmi fuori quella grinta che tutti conoscono. Io la cavalco volentieri, poi nella mia vita mi piace spaziare, credo che uno dei miei pregi sia essere abbastanza eclettica. C’è stato un volo pindarico, ora sono tornata a casa in una Irene che conosco e amo».

Una canzone diversa dal solito, è molto nelle corde di Vasco e avrebbe potuto interpretarla lui. Domani parlaci della scelta del pezzo cover.

«È un onore condividere un pezzo che Vasco potrebbe cantare, è una canzone che racconta cosa può provare un artista. Il senso di disagio ed errore nella vita umana, una mancanza che cerchiamo di colmare. C’è un senso di inadeguatezza, poi quando siamo sul palco ecco che c’è un momento di assoluto. Credo che ci sia una sfumatura femminile perché una donna che canta e sta da dio è un momentino affascinante, un po’ come la voce di una sirena e lui l’ha colta regalandomela. Ho scelto una canzone degli anni ‘60, più melodica e in contrasto con questo. Ho scelto Califano e La musica è finita, si può anche ricollegare bella malinconia da uomo di strada di Vasco. La canto la Vanoni che è un icona per la donna, ma anche gli autori erano importanti. Ho scelto Rondelli perché è un altro cantante fuori dal coro, non appartiene a nessuna scuola».

Rula Jebreal ha ricalcato un po’ il testo della tua canzone, ti senti finalmente Irene?

«Il titolo è bellissimo, una dichiarazione di presenza e di essere se stessa. Sono felice di essere tornata al festival proprio con questa canzone. Siamo sempre in evoluzione noi artisti, ogni volta dobbiamo diventare nuovi e questo finalmente io è qualcosa di nuovo.»

Ieri hai aperto il festival e altro festival, con un’altra canzone di Vasco. Come mai questi 20 anni senza di lui? Sono collegate quella ragazza e finalmente io?

«Si credo di sì, questa donna è fiera di difendere la sua idea di se stessa, c’era questo e lei dichiarava all’altro lo so che io sono fatta così. Sono io che guardò me stessa quindi sono più consapevole dei miei errori e delle mie mancanze. Voglio piacermi da sola, non più per gli altri. Mi accetto per come sono veramente». 

Vasco è uno dei pochi cantanti che ha un successo digitale, pensi anche tu di conquistare la musica digitale?

«Credo di sì perché comunque è una canzone che parte un po’ a schiaffo, da una presenza forte. Vasco ha questo tipo di seguito e lo vorrei anche io».

Vasco è un mito e questo funziona anche all’estero, parlando un po’ di Irene Grandi non pensi che il concetto della canzone ti è stato cucito addosso?

«Sì è una canzone fatta su misura, c’è voluto del tempo e il contatto con l’autore è avvenuto già l’anno scorso. La sensibilità di Vasco ha voluto che non si volesse accontentare su se stesso e quindi ha aspettato il momento giusto su una canzone che poteva descrivermi essenzialmente proprio con quella identità. Credo di piacergli proprio per come sono veramente e volevo una canzone così».

Ieri come ti sei sentita prima di salire sul palco? Il progetto di questa canzone come ti è sembrato all’inizio?

«C’è sempre un po’ di nervosismo perché la tensione crea sempre concentrazione, la cosa bella di diventare grandi è anche gestire meglio le emozioni. Me la sono quasi goduta la scala, mi sono anche fermata a metà per godermi quell’attimo irripetibile come aprire il 70esimo Sanremo. Questa è una mia crescita personale. Vasco mi ha chiamato e mi ha detto forse ho il tuo pezzo per Sanremo, perché lui sapeva volevo tornare. Mi ha chiesto di vederci dopo domani è sono corso da lui mi ha accolto in studio con grande valore. È stato molto bello con gli altri autori incontrarsi e sentire da subito che questa canzone non è da primo ascolto. Per il pubblico ha ancora più appeal dopo 2-3 ascolti. Spero di conquistare sempre più persone durante Sanremo».

In un festival femminile ti senti una responsabilità addosso in più?

«Io sulla musica non ho mai fatto distinzione tra maschi e femmine, Gino agli anni ‘90 era un mondo molto maschile. Ora è un momento importante per ritrovare un equilibrio nel rapporto uomo donna e dei fatti gravi rendono l’argomento scottante. Nello spettacolo sinceramente mi sembra ci sia un momento favorevole, le donne stanno aumentando per importanza. È sempre stato un mondo un pochino maschile quindi bene che si sta aprendo sempre di più. C’è anche un importante mondo di autrici femminili quindi forza ragazzi. Se si pensa che sono arrivati 200 brani da uomo e 40 da donne è significativo».

Grandissimo album.

«È un album che ho pubblicato per i miei 25 anni, abbiamo fatto tantissimi live per promuovere quella parte mia che forse un po’ conoscete. Quando sono in concerto mi sento molto nelle mie potenzialità maggiori. È partito un album di celebrazioni, ho voluto riconoscermi un percorso fatto. Queste collaborazioni per me sono state importanti, anche perché ho 4 duetti con donne e 2 con uomini. Ho voluto continuare a spingerlo con questa canzone e un altro inedito di Curreri che arriverà».

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