La lettera degli inviati Rai dalla Russia sulle parole della collega Maria Cuffaro a Otto e Mezzo

La giornalista di Raitre aveva parlato della decisione di non produrre più servizi dalla Russia per la televisione pubblica

15/03/2022 di Redazione

Gli inviati e i corrispondenti Rai che sono stati impegnati in Russia nei primi giorni del conflitto e che hanno smesso di produrre servizi dai confini russi in seguito alla legge che punisce con una detenzione fino a 15 anni chiunque avesse diffuso fake news sull’esercito russo approvata dalla Duma nei giorni scorsi, hanno scritto una lettera in cui replicano alle parole della loro collega di Raitre Maria Cuffaro, intervenuta in una delle ultime puntate di Otto e Mezzo su La7 per parlare, tra le altre cose, anche della scelta della Rai di non produrre più servizi dalla Russia.

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Inviati Rai dalla Russia rispondono a Maria Cuffaro

Secondo Maria Cuffaro, che lo ha detto a Otto e Mezzo, ci sarebbero state delle indicazioni da parte dei cinque corrispondenti e inviati relative al fatto che non ci fossero più le condizioni per poter proseguire con questo lavoro giornalistico dalla Russia. Inoltre, la sede di corrispondenza di Mosca sarebbe stata chiusa – sempre secondo l’opinione della giornalista Maria Cuffaro – e i giornalisti della Rai avrebbero dovuto semplicemente leggere i comunicati stampa della TASS. Tutte e tre queste affermazioni sono state contestate da Marc Innaro, Sergio Paini, Alessandro Cassieri, Giammarco Sicuro e Nico Piro. 

Secondo i giornalisti, non c’è stata nessuna loro influenza nell’interrompere i servizi di corrispondenza dalla Russia, decisione che sarebbe stata presa, invece, direttamente dai vertici aziendali. Una scelta analoga, del resto, era stata fatta anche dalla BBC, subito dopo l’approvazione della legge russa sulle fake news contro l’esercito russo: non era dunque imprevedibile prendere una direzione del genere in seguito alla censura che è stata, di fatto, imposta alla libera informazione in Russia. Inoltre, la sede di corrispondenza di Mosca – proseguono i giornalisti della Rai – non è stata chiusa, dal momento che Marc Innaro sta garantendo il corretto funzionamento organizzativo della stessa, pur non producendo alcun servizio giornalistico, al momento. Infine, i giornalisti respingono al mittente le accuse di aver letto esclusivamente le “veline” della TASS, ribadendo come, invece, abbiano sempre svolto il proprio lavoro secondo i principi deontologici della professione. Gli inviati Rai non hanno mancato di sottolineare come queste opinioni di una giornalista del servizio pubblico siano state divulgate durante un programma di approfondimento giornalistico su una emittente concorrente.

Foto/IPP/Gioia Botteghi

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