«Mi piaceva l’idea di poter essere quell’amico a cui chiedere consigli sul prossimo viaggio»

Raccontare e consigliare viaggi su Instagram. Intervista a Gabriele Serra

17/06/2023 di Hilde Merini

Parafrasando William Somerset Maugham in uno dei suoi racconti, non è prudente acquistare guide nautiche se siete una persona di abitudini tranquille o avete un’occupazione che vi inchioda a un certo posto. Così, con un salto di quasi cento anni, diremmo, che non vi conviene essere turbati dai blog di viaggi se non volete poi dover affrontare lo scompiglio e la voglia di salpare i mari. Gabriele Serra, conosciuto su Instagram come @gabo_serraa, è un ragazzo sardo nato nel 1991. Le sue due passioni, il viaggio e la fotografia, da qualche anno sono diventare il suo lavoro ufficiale. 

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Intervista a Gabriele Serra, tra viaggi e fotografia

Nel 2015 si iscrive su Instagram, e alla fine del 2018 inizia a usarlo in maniera professionale. Così ci racconta l’inizio della sua storia come content creator: «Ho iniziato ad utilizzarlo perché avevo la passione per i viaggi e per la fotografia. Instagram mi sembrava il posto perfetto dove unire queste 2 passioni e farlo diventare una sorta di mio diario virtuale. Tutto è cambiato quando, dopo aver vissuto un anno a Londra a lavorare, sono tornato a casa».  

Il ritorno a casa crea disordine, ma non blocca Gabriele. Anzi, da un gesto casuale, dalla noia, nasce come un germoglio la sua nuova avventura di vita: «Mi sono ritrovato nella mia camera senza un piano B. Così preso un po’ dallo sconforto e dalla noia ho iniziato a pubblicare più frequentemente sul mio account foto di Londra e di vecchi viaggi. Nel giro di poco tempo ho iniziato a ricevere i primi feedback da chi mi seguiva. Questo mi ha spinto ad essere sempre più costante nella pubblicazione. Mi piaceva l’idea di poter essere quell’amico a cui chiedere consigli sul prossimo viaggio». 

La sua passione per le foto non si è sicuramente spenta, anche ora che è diventata un lavoro a tempo pieno. Si potrebbe dire che si sia evoluta, inglobando la creazione di contenuti video: «Fino ad un anno fa avrei risposto che preferivo le foto – confessa – dopo che Instagram ha introdotto i Reel mi sono buttato nel modo dei video e ad oggi, per il tipo di contenuti che pubblico, li preferisco. Penso siano il modo migliore per raccontare i posti che visito».  Il motivo ce lo spiega lui stesso: il Reel è un contenuto dove si possono dare molte più informazioni rispetto ad una foto, e la loro natura dinamica fa sì che l’utente li trovi molto più coinvolgenti rispetto all’immagine statica 

Ai contenuti visivi Gabriele alterna l’attività di travel blogger sul suo blog gabrieleserra.com. «Sono due mondi completamente diversi- ci dice – Instagram, ma in generale tutti i social, è molto più veloce. I contenuti son brevi perché il tempo che si dedica a guardare un contenuto è di pochissimi secondi. Con il blog invece posso raccontare, approfondire, spiegare e dare molte più informazioni». Un contenuto che riesce ad andare in profondità è quello del blog, che prevede anche una fruizione diversa, lenta. «Le persone si prendono del tempo per leggere ciò che scrivo. La cosa bella dei social è che si può arrivare a milioni di persone in pochi minuti ma i contenuti hanno una vita brevissima, poche ore o nella migliore delle ipotesi settimane poi quel contenuto è già vecchio. I contenuti sul blog partono molto più lentamente ma hanno una vita infinita». In un’epoca dominata dal consumismo feroce, è ancora importate creare articoli che potranno avere una “vita infinita” per un influencer settore travel? «Ci sono articoli che ho scritto due, tre anni fa e ancora vengono letti ogni giorno da centinaia di persone. Sono due modi di comunicare molto diversi ma per motivi differenti mi piacciono entrambi e penso che per un creator travel come me siano fondamentali». 

Muoversi tra i bug di Instagram

È anche vero che, rispetto al blog, ogni creativo che si confronti con la piattaforma di Instagram deve seguire (e inseguire) voleri e obblighi dell’algoritmo. Una corsa che spesso potrebbe limitare la creatività e la libertà d’azione degli storyteller. «Sicuramente Instagram non tutela i creator e spesso ci sono problemi nella piattaforma», Gabriele mette sul tavolo uno dei problemi tipici di Instagram: i bug, che rendono la vita difficilissima ai professionisti. «Ci sono giorni in cui sembra proprio che un contenuto venga oscurato. Ci tengo tanto al mio lavoro e cerco di farlo sempre al meglio, quindi quando poi pubblico qualcosa che va male mi dispiace. Però, per come sono fatto io, prima di dare la colpa agli altri cerco di capire cosa ho sbagliato io, come potevo rendere migliore quel contenuto e spero che il prossimo vada meglio». 

Allo stesso tempo a volte la piattaforma regala delle sorprese, come quando a Gabriele è capitato di pubblicare dei Reel su cui non aveva grandi aspettative e «che mi hanno richiesto molto poco lavoro a livello di registrazione e di editing ma hanno raggiunto anche milioni di visualizzazioni». Piccole soddisfazioni che regala il web, che spesso premia (nonostante se ne dica il contrario) spontaneità e idee originali. In questo internet, e le varie piattaforme, forse sono ancora un piccolo fortino di libertà che ci siamo conquistati scappando dai media tradizionali. La tv ha ancora una certa importanza, ma per la sua struttura non permette sicuramente quell’affiorare dal basso di personalità come succede ora (nonostante tutto) sulle app. «Penso che ad oggi il web dia molte più opportunità. È un mondo più libero e aperto dove se hai una buona idea o qualcosa poi vieni premiato» – ci dice Serra. 

Una cosa in comune con la tv è sicuramente il pubblico, anzi la community. Spesso sui social è fedele e attenta «Nonostante non racconti troppo della mia vita mi rendo conto dai messaggi che ricevo che mi conoscono. A volte, quando non pubblico per giorni qualcuno mi scrive per sapere come sto».  Il rapporto di fiducia per gli influencer poi è davvero importante, non è una cosa scontata. Essi “influenzano” le scelte degli utenti tramite i loro racconti e i loro contenuti: «Si fidano dei miei consigli e spessissimo ricevo foto o messaggi di ringraziamento perché sono andati in un posto o hanno scelto una destinazione per il loro viaggio seguendo i miei consigli. Per il lavoro che faccio questa è la soddisfazione più grande per me». 

Gabriele è solo all’inizio della sua carriera online, nonostante lo faccia da ormai quasi sei anni. Ha fatto una scelta coraggiosa, puntando sulle sue passioni, ma rimane con i piedi per terra consapevole che nulla è per sempre: «Al Gabriele di 10 anni fa direi di farsi meno problemi. Di fare, sbagliare, seguire meno gli altri ma più i suoi pensieri. Mentre al Gabriele del futuro nessun consiglio, solo l’augurio che continui a fare quel che gli piace e che lo appaga che poi sia questo o un altro lavoro poco importa».  

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