Durante il colpo di stato in Sudan, i servizi di internet sono stati interrotti

I militari hanno preso il potere e hanno accusato i civili di non avere idee per guidare il processo di transizione democratica

26/10/2021 di Redazione

Per le strade di Khartoum, al momento, la confusione regna sovrana. Il colpo di Stato in uno dei più grandi Paesi dell’Africa è stato guidato dai militari, qualche mese dopo un precedente tentativo fallito. Al momento, sono loro ad avere il potere dopo aver arrestato il primo ministro Abdalla Hamdok e sono loro – attraverso le parole dei loro portavoce – a condannare i politici civili, rei – a loro modo di vedere – di non avere idee per poter guidare correttamente il processo di transizione democratica. Ma nel frattempo, proprio per far capire il clima che si respira nel Paese che è tutto il contrario di una normale democrazia – si segnala che internet in Sudan non funziona più da oltre 24 ore.

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Internet in Sudan non funziona dopo il colpo di stato

Per alcune ore sono circolate in rete le immagini delle strade della capitale del Paese messa a soqquadro dai militari e dalla popolazione che li appoggia. Tuttavia, quando l’intensità delle proteste è aumentata – causando alcuni morti e decine di feriti (i numeri ufficiali non sono ancora confermati) -, la rete internet ha smesso di funzionare ed è diventata inaccessibile. Il tempo, da parte della nuova giunta militare, di fare qualche comunicazione via Facebook e poi ecco che l’accesso al web è stato fortemente limitato. Non c’è più disponibilità di notizie o di testimonianze dirette in tempo reale, mentre nei canali radiotelevisivi del Paese è stata mandata in onda musica patriottica, proprio per marcare – in maniera distintiva – la svolta rispetto al governo precedente.

A Omdurman sono stati presi d’assalto anche gli edifici della televisione nazionale, con diversi dipendenti che – stando ad alcune ricostruzioni – sono stati arrestati. L’interruzione dei servizi di informazione televisiva, il blocco delle reti internet e delle trasmissioni via web, l’impossibilità da parte dei cittadini di inviare o di ricevere notizie rappresentano l’evoluzione del colpo di stato, il segnale di passaggio di quanto l’informazione – anche quella più accessibile – possa avere un peso in fasi concitate come queste. La prima preoccupazione dei militari è stata quella di orientarla e di evitare che venisse pubblicata – anche attraverso blog di nicchia, gruppi o pagine Facebook – una qualsiasi informazione alternativa.

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