Inter-Juve, sabato notte qualcuno piangerà – L’editoriale di Alfredo Pedullà

Diciamolo chiaro e forte: Inter-Juve meglio di così non avrebbero potuto. Complimenti allo chef, il menu è allettante. Sabato sera a San Siro, imperdibile. Rettifichiamo: meglio di così Inter-Juve sarebbe stato soltanto se i nerazzurri avessero l’attuale classifica del Napoli. Con un punto di ritardo, quindi in lotta per lo scudetto. Ma anche così vale una tombola: la Juve deve svegliarsi, il pareggio non serve; per l’Inter sarebbe imperdonabile non andare ancora in Champions, più di una Waterloo. E per l’Inter, come per la Juve, conta soltanto un risultato: non fosse altro perché deve recuperare un punto da Roma e Lazio, senza dimenticare che l’ultimo giro di carte prevederà un delicatissimo viaggio allo stadio Olimpico, a casa di Simone Inzaghi. Quindi, andiamo al dunque, sabato notte a San Siro qualcuno piangerà. Saranno lacrime copiose, quasi sicuramente inconsolabili.

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Luciano Spalletti di solito simili partite non le sbaglia. Lo dicono anche i numeri di quest’anno: contro le grandi mai ha perso, anzi ha battuto (una volta) la Roma, ha pareggiato (due volte) contro il Napoli, all’andata ha inchiodato la stessa Juve sullo 0-0 con un’impostazione tattica molto efficace. Stavolta servirà qualcosa in più: l’attesa, certo, con una fase difensiva molto attenta, ribadendo i discreti riscontri avuti in tal senso nell’ultimo periodo. Ma soprattutto una ficcante interpretazione offensiva, l’Inter ha gli uomini che possono spaccare la partita: Perisic in primis, ma senza trascurare Brozovic; presto capiremo se toccherà a quel folletto imprendibile di Karamoh, oppure se verrà rispolverato Candreva. L’Inter può spaccare la partita anche con il gettone d’oro numero uno, quello che ha l’immaginetta di Icardi, lo infili nel juke-box e sono melodie indigeste per le Juve. Già dai tempi della Samp, quando Maurito si era esibito allo Stadium per una tradizione – il gol ai rivali bianconeri – ribadita in altre occasioni. Quasi con la puntualità di un cronografo svizzero.

inter juve
Foto ANSA/ALESSANDRO DI MARCO

Max Allegri è reduce dalla notte più rinunciataria degli ultimi anni. Lo stimiamo da sempre, pertanto non cascheremo nella trappola – tutta italiana nel bel mezzo dei deliri social – di rovesciare veleno al punto da ribaltare il giudizio. Ma la Juve contro il Napoli ha dato segnali di impotenza più unici che rari, evidenziati anche dalla mossa post infortunio di Chiellini, un’altra contraddizione. Allegri era partito con Howedes e aveva fatto fuori Lichtsteiner, dopo il ko di Giorgio ha ripescato lo svizzero, portando al centro Howedes e quindi bocciando Rugani. Un pastrocchio che è meglio non pensarci più. La Juve sabato non saprebbe cosa farsene del pareggio, in pratica un invito al sorpasso per il Napoli. E quindi, conta un solo risultato da ottenere sollecitando quelli che contro l’Inter spesso si appiattiscono – Dybala e Higuain in testa – e vedono la porta lontanissima, al punto da non riuscire a centrarla. Servirebbe un centrocampo non di belle statuine, i migliori esterni possibili e un’attenzione difensiva che ultimamente non c’è stata. In caso contrario prendere nota e memorizzare i numeri di targa di Icardi e Perisic, sarebbe quasi impossibile non vederli sfrecciare dalle parti di Buffon.

Sabato notte a San Siro, l’incrocio più pericoloso, pesante e affascinante dell’intera stagione. Fondamentale munirsi di fazzoletti, qualcuno piangerà.

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