Per contrastare gli attacchi hacker le aziende devono investire in IA e competenze nella cyber security

Questo è quanto emerge dall'ultimo report "Cybersecurity trends: looking over the horizon" di McKinsey

28/03/2022 di Ilaria Roncone

Dai dati dell’ultimo rapporto di McKinsey, importante multinazionale di consulenza strategica, emerge chiaramente – o meglio, sempre più chiaramente – la fondamentale importanza per le aziende dell’investire in ambito cyber security. La direzione è chiara e deriva dall’utilizzo massiccio di piattaforme mobili, dal cloud e dallo smart working, tra le altre cose; a mettere a rischio maggiormente le imprese sono tre grandi trend: la pratica diffusa di accedere ai dati su mobile e cloud, le scarse competenze in ambito cyber security e la sempre maggiore abilità degli hacker nell’utilizzo dell’intelligenza artificiale per portare a termine i loro scopi. Proprio sull’utilizzo dell’intelligenza artificiale contro hacker bisogna puntare.

LEGGI ANCHE >>> Nokia lascia la Russia, ma proprio lì avrebbe lasciato strumenti per la sorveglianza digitale dei dissidenti

Intelligenza artificiale contro hacker, cosa devono fare le aziende

Il report, in particolare, va a delineare quelle che dovrebbero essere le tendenze nei prossimi tre/cinque anni con tutte le conseguenze del caso per imprese e organizzazioni. Un dato molto interessante è senz’altro quello relativo ai costi per contrastare il cybercrime: si parla di una crescita fino a 10,5 trilioni di dollari l’anno già nel 2025. Verso l’alto puntano anche le aziende in ambito spese per la sicurezza IT: l’85% delle piccole e medie imprese, infatti, mira ad accrescere i soldi investiti. Nonostante questo, comunque, rimarranno scoperti ben 3,5 milioni di posti di lavoro nella cyber security.

Per quanto riguarda il mercato dei servizi di web hosting, dovrebbe arrivare a generare 183,18 miliardi di dollari entro il 2026. La tendenza, per le aziende, è quella di raccogliere una mole di dati utenti sempre maggiore in ogni ambito (dalle transazioni finanziarie al consumo di elettricità passando per le abitudini sui social media) allo scopo di prevedere quale sarà la domanda e quali saranno i comportamenti d’acquisto.

Su cosa devono puntare, in un contesto del genere, aziende e organizzazioni? Occorre basare le risposte ad attacchi hacker su processi automatici. Partiamo dal presupposto che sono gli hacker i primi a utilizzare IA e machine learning per sferrare l’offensiva; questo significa che occorre rispondere con la stessa moneta. Stare al passo con i modelli di attacco permette ai modelli di difesa di essere più efficaci – anche se, va da sé, l’ideale sarebbe arrivare a prevenire gli attacchi -. L’apprendimento automatico, in questo senso, può agire rapidamente rilevando e rimediando a sistemi non conformi e ottimizzando i flussi di lavoro così che le risorse risultino impiegate nella maniera più efficace possibile.

Share this article