Come si costruisce una inquadratura per il verticale
L'introduzione dei video 9:16 e il loro grande impatto nei social network ha portato a rinnovare le competenze dei videomaker (e a far avvertire l'esigenza di una vera e propria accademia ad hoc)
09/08/2024 di Redazione Giornalettismo
I content creator hanno iniziato a guardarci negli occhi, hanno provato a interagire con noi (o con gli elementi dello smartphone, dalle tastiere ai pop-up, passando per le emoji e gli adesivi), hanno richiesto la nostra attenzione sulla base della loro presenza e della rapidità di una comunicazione che doveva esaurirsi, al massimo, in sessanta secondi. Per questo, con l’utilizzo massiccio dei social network e delle loro ultime versioni (da TikTok in poi, anche i social di Meta hanno iniziato a guardare il mondo in verticale) anche il modo di fruire di un contenuto audiovisivo (un tempo appannaggio del cinema o della televisione) è totalmente mutato.
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Inquadratura per il verticale: come ottimizzarla
Dunque, abbiamo assistito a una sorta di intersezione: nel cinema (e nelle piattaforme OTT) i racconti che si rivolgono direttamente allo spettatore sono aumentati, mentre sui social network l’unico modo possibile per creare contenuti è diventato il verticale. Espressioni facciali, direzione del linguaggio, essenzialità dell’inquadratura sono diventati i tratti caratteristici dei materiali multimediali condivisi da giornalisti, food content creator, travel content creator e – alla fine – performer.
Per questo motivo, per realizzare una inquadratura ideale per il verticale, occorrerà sovvertire alcune tradizionali regole registiche. Innanzitutto, in uno spazio più alto che largo non c’è molto spazio per il background. Gli elementi che saranno inseriti all’interno dello schermo dovranno, per forza di cose, essere essenziali. Non c’è posto per scenografie elaborate, per sfondi artistici, per profondità di campo: il video ha bisogno di essere essenziale, con il soggetto protagonista del contenuto multimediale bene in primo piano, con tutta l’attenzione che si deve focalizzare su questo punto. Non è un caso, del resto, se la maggior parte dei video verticali che popolano i social network ritraggano delle persone, il loro modo di fare, il loro modo di comunicare, le loro parole da dire.
Più difficile, anche se non manca una sorta di letteratura in proposito, è cercare di riprendere – in verticale – paesaggi e situazioni. Bisognerà tener ben presente come il raggio d’azione da coprire sia piuttosto limitato e come sia essenziale coglierlo immediatamente, sin da subito, nell’inquadratura. C’è spazio, poi, per alcuni esercizi di stile anche nelle inquadrature verticali: ci sono diversi content creator che provano a realizzare video per i quali è necessaria l’interazione dell’utente che, magari, deve seguire una inquadratura che ruota con una relativa rotazione del device che la ospita. Insomma, un qualcosa che – con i tradizionali strumenti di diffusione del contenuto audiovisivo – non era possibile fare.