«Le travi non reggono più»: un ingegnere avvisò Autostrade dei rischi del ponte Morandi

27/09/2018 di Redazione

I tecnici del ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti sostengono di essere in possesso della prova che gli uffici di Autostrade per l’Italia erano a conoscenza da tempo dei rischi del ponte Morandi, del fatto che il viadotto non stava più in piedi. La prova sarebbe nelle 62 obiezioni al progetto di ristrutturazione della struttura presentato dal concessionario nel 2017 e sollevate da un ingegnere della società stessa. Lo racconta oggi Repubblica (articolo di Marco Mensurati e Fabio Tonacci).

Un ingegnere di Autostrade avvisò la società dei rischi del ponte Morandi, inascoltato

Le obiezioni dell’ingegnere di Autostrade sono contenute in un documento riservato e finora inedito allegato alla relazione finale della ‘Commissione Toninelli’. Spiega Repubblica:

Si tratta dell’esito dei test fatti da Spea (società del gruppo Atlantia, che controlla anche Autostrade) sulle travi del Morandi su cui poggiava la strada. «La verifica non è soddisfatta», come dimostra la tabella “St002” che riporta una sfilza di cifre inferiori a 1, l’indice sotto il quale una struttura rischia di crollare perché non sostiene più il peso per cui è stata progettata. In particolare, alle prove della Spea, alcune travi del Morandi dettero come risultato 0,58. In pratica, la resistenza si era dimezzata.

Secondo la Commissione del Mit i valori dei test sarebbero «del tutto inaccettabili» e sarebbe dovuto seguire «un provvedimento di messa in sicurezza improcrastinabile». La tabella della Spea è allegata al progetto esecutivo di ristrutturazione della pila 9, quella crollata lo scorso 14 agosto, e della pila 10. Un progetto che il cda di Autostrade approvò ad ottobre 2017.

(Foto di copertina da archivio Ansa. Credit immagine: ANSA / LUCA ZENNARO)

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