Meta non consentirà più la condivisione di indirizzi di casa privati “disponibili pubblicamente”

La decisione è stata presa dall'Oversight Board di Meta

11/04/2022 di Redazione

Entro la fine dell’anno. È il tempo che Meta si è dato per adeguarsi a una decisione del suo Oversight Board, l’organismo che si occupa – teoricamente in maniera indipendente – di analizzare le questioni più spinose che riguardano il meccanismo di funzionamento delle piattaforme social (Instagram e Facebook, ma anche dei servizi di messaggistica Messenger e WhatsApp), come una sorta di Corte Suprema rispetto a tutto ciò che avviene sul social network e nel suo dietro le quinte. Adesso, la stretta è arrivata per gli indirizzi pubblici su Facebook: l’Oversight Board ha stabilito che anche gli indirizzi che sono disponibili al pubblico – perché magari indicati in pubblicazioni o testate giornalistiche esterne alla piattaforma – non potranno essere più condivisi sulle piattaforme social di proprietà di Meta. Facebook e Instagram, dunque, si adegueranno a questa prescrizione, rimuovendo tutti gli indirizzi entro la fine del 2022.

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Indirizzi pubblici su Facebook, la decisione dell’Oversight Board

«Come osserva il consiglio in questa raccomandazione, la rimozione dell’eccezione per le informazioni residenziali private pubblicamente disponibili – ha scritto Meta – può rafforzare la protezione della privacy sulle nostre piattaforme». Facebook e Instagram hanno già una policy di divieto per la condivisione di indirizzi domestici. Tuttavia, questa policy prevede una eccezione per quello che riguarda, ad esempio, proprio gli indirizzi che sono reperibili pubblicamente al di fuori delle loro piattaforme. Questa eccezione è stata oggetto di decisione da parte dell’Oversight Board e adesso Facebook e Instagram cambieranno le carte in tavola.

Di quali indirizzi stiamo parlando? Non, nella fattispecie, di quelli aziendali o delle associazioni o organizzazioni che inseriscono questi dati per essere più facilmente reperibili: stiamo parlando di quegli indirizzi di luoghi che, ad esempio, diventano teatro di un fatto di cronaca. Solitamente, nei resoconti giornalistici questi indirizzi vengono resi espliciti e le persone, su Facebook, li riportano di conseguenza (magari aggiungendoli anche a materiali multimediali pubblicati come fotografie o video). Quella dell’Oversight Board è inoltre una tutela nei confronti di quelle persone che, proprio a partire dalla condivisione su Facebook o Instagram di un indirizzo, sono vittime di doxxing, ovvero l’atto di rivelare il nome, il numero di telefono, l’indirizzo e-mail o l’indirizzo di casa di una persona online allo scopo di condurre una campagna di molestie contro di loro.

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