L’indagine federale che mette al centro la sperimentazione di Neuralink sugli animali

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Ricercatori e dipendenti hanno testimoniato che le ricerche sugli animali in Neuralink sono state condotte senza cura del benessere degli animali per via delle pressioni esercitate da Musk

La scorsa settimana, quando è stata data la notizia del chip Neuralink nel cervello umano entro i prossimi da Elon Musk, Giornalettismo ha dedicato una giornata a un approfondimento verticale sul tema. Tra le varie prospettive da cui abbiamo analizzato la questione non poteva mancare quella relativa al fatto che l’azienda sperimenta ancora sugli animali. Dal punto di vista etico – cui abbiamo dato ampio spazio nell’analisi fatta -, la sperimentazioni Neuralink sugli animali non fa differenza e, come in tanti altri dibattuti casi tra scienza e etica, ha riscontrato una serie di critiche.



Ora siamo arrivati al punto in cui – come riporta una esclusiva di Reuters – Musk e la sua Neuralink sono sotto indagine federale. L’indagine è stata avviata in seguito alle lamentele di una serie di dipendenti che hanno segnalato come i test sugli animali siano stati condotti in maniera affrettata, arrivando a causare sofferenze e morti non necessarie. La pratica è stata aperta nei mesi scorsi dall’Ispettore generale del Dipartimento dell’Agricoltura degli Stati Uniti, riferiscono due persone a conoscenza delle indagini. Il fulcro sarebbe la violazione dell’Animal Welfare Act, che si occupa del modo in cui i ricercatori gestiscono i test sugli animali.

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Sperimentazioni Neuralink sugli animali e le pressioni di Musk

Il punto – secondo quanto riportato da Reuters dopo aver visionato documenti relativi all’indagine e testimonianze di dipendenti che comprendono messaggi inediti, registrazioni audio, e-mail, presentazioni e relazioni – è che Elon Musk avrebbe messo talmente tanta pressione per accelerare lo sviluppo del chip Neuralink che, alla fine, i ricercatori sarebbero stati spinti a condurre esperimenti affrettati e sbagliati. Considerato l’ampio margine che negli Stati Uniti viene lasciato sia per quanto riguarda il numero che il trattamento degli animali, risulta che Neuralink abbia superato i controlli del Dipartimento dell’agricoltura degli Stati Uniti d’America.

In che modo Musk ha agito? Mandando messaggi a tutti i dipendenti dicendo di «stare impazzendo» per via del fatto che, in Svizzera, i lavori di ricercatori che avevano lo stesso scopo stessero progredendo più velocemente. O, ancora, ci sono testimonianze del fatto che abbia detto ai dipendenti di lavorare come se avessero una bomba legata alla testa. Oltre a questo, più di una volta la percezione è stata – da parte di chi recepiva le parole di Musk – che se non avessero fatto di più e più velocemente, lui avrebbe chiuso il progetto.



I numeri degli animali uccisi per le ricerche Neuralink

L’azienda ha condotto ricerche su ratti, topi e altri animali. In totale, Neuralink ha ucciso 1.500 animali tra cui 280 pecore, maiali e scimmie nell’ambito degli esperimenti condotti nel 2018. Queste, considerato che l’azienda non tiene conto in maniera precisa degli animali uccisi, sono stime approssimative. Questi numeri, comunque, non dicono niente sullo sfruttamento di animali, considerato che molte altre aziende fanno la stessa cosa.

L’indagine si basa sulle testimonianze di tutte quelle persone coinvolte nella ricerca che, mettendoci mano, hanno potuto constatare come sofferenze e numero di decessi legati a specifiche sperimentazioni fossero maggiori di quanto necessario. Secondo i testimoni, gli errori commessi che hanno portato a più morti di quelle necessarie sono frutto del fatto che gli addetti dovessero lavorare in un ambiente di pressione eccessiva. Nella mail di un dipendente si parla chiaramente – con rabbia – di «lavori di fortuna» che, per come venivano condotti, aumentavano di molto i rischi per gli animali.