“In migliaia rifiutano 1500 euro per lavorare a Expo 2015”, ma i ragazzi raccontano un’altra storia

Circa l’80% delle persone giunte ad un passo dalla firma per lavorare all’Expo 2015 ha rifiutato l’impiego. È il sorprendente dato che emergerebbe a dieci giorni dall’inaugurazione dell’Esposizione Universale, ripreso oggi dal Corriere della Sera in un articolo a firma Elisabetta Soglio. Le assunzioni delle 600 persone da impegnare tra i padiglioni dal primo maggio al 31 ottobre ora sono state completate, ma la selezione – denuncia l’agenzia che se ne è occupata – è stata ardua. Perché?

APPROFONDIMENTO:

Le testimonianze dei ragazzi che volevano solo lavorare a Expo, raccolte da Giornalettismo (e qualche riflessione)

 

EXPO 2015, 46% DEI RAGAZZI SCOMPARSO AL MOMENTO DELLA FIRMA –

Secondo i vari articoli di giornale che parlano della faccenda, la causa erano turni di lavoro che prevedono anche sabati e domeniche e la durata limitata del contratto (6 mesi). Insomma, al momento della firma non si è presentato il 46% dei ragazzi della fascia under 30, ai quali veniva proposto un contratto di apprendistato a 1.300/1.500 euro al mese (comprensivo di festivi e notturni, come da contratto nazionale). Si tratta precisamente del 46% dei 645 profili scelti su complessive 27mila domande arrivate alla Manpower, società che si è occupata della raccolta dei curricula e della prima selezione. Stesse difficoltà che avrebbe incontrato anche la E-Work, incaricata di selezionare cuochi, camerieri e facchini. Per individuare 2.500 addetti del settore turismo sarebbero state visionate molte più domande (circa dieci volte in più). «Il dato – ha commentato il commissario unico per Expo 2015 Giuseppe Sala – ha stupito anche me. Ma forse molti di questi giovani hanno avuto nel frattempo altre offerte e comunque mi rendo conto che il lavoro temporaneo non dia le garanzie che invece vengono cercate».

EXPO 2015, “NON SIAMO BAMBOCCIONI” –

Eppure, quando la storia ha fatto il giro della rete, sono fioccate sulla rete decine di testimonianze che raccontavano una verità decisamente diversa da quella riportata dai giornali. Abbiamo contattato uno dei giovani che ne avevano scritto per chiedere la sua testimonianza. Ci scrive Martina Pompeo (se vuoi raccontare anche la tua storia, scrivi qui)

Quando ho letto l’articolo mi sono sentita chiamata in causa in quanto sono stata classificata come una dei “giovani pelandroni” che ha rinunciato all’Expo per via dei turni lavorativi. Su 800 giovani rinunciatari probabilmente qualcuno ha preso questa decisione a causa degli orari di lavoro ma penso che molti altri abbiano la mia stessa situazione; ovvero tanta voglia di partecipare a questo grande evento ma grosse difficoltà economiche e organizzative che non permettono di prendere parte a questo progetto.
Io ho una laurea triennale e un master in “Management dei beni culturali e le industrie culturali e creative” quindi quando ho visto l’opportunità Expo non volevo lasciarmela sfuggire in quanto è uno dei più grandi eventi culturali del mondo. Non avevo grosse aspettative economiche ma speravo che questo lavoro potesse darmi le competenze necessarie per un futuro.
Ho mandato la candidatura lo scorso autunno, passato tutti i test attitudinali e finalmente a Gennaio sono stata chiamata per il colloquio, e fin qui tutto bene.

Dopodichè nessuno si è più fatto sentire fino al 10 Aprile, quando ho ricevuto una chiamata da parte di un numero anonimo che mi ha riferito di essere stata confermata per la posizione Expo e che mi avrebbero mandato la graduatoria ufficiale il giorno successivo. I giorni successivi ho chiamato diverse volte l’ufficio Manpower di Milano (non avevo un numero diretto) ma mi è stato risposto di aspettare e di mandare una mail a un indirizzo email specifico. Ho inviato molte email ma non mi è mai stata data risposta. Ho perso quindi le speranze ma il 16 vengo ricontattata dall’ufficio Manpower che mi dice che la formazione inizierà il 21 Aprile e quindi di tenermi pronta.

Ho chiesto il luogo della formazione, gli orari e se fosse possibile avere una conferma scritta ma mi è stato negato tutto dicendo che mi sarebbe stata mandata una mail da lì a qualche giorno. Il 17 Aprile la stessa solfa, mi chiama ufficio Manpower sempre con numero privato e mi dice che la formazione sarebbe cominciata il 22 Aprile e non più il 21 in quanto c’erano stati problemi riguardante un aspetto del contratto. Il 20 Aprile alle 20:30 di sera ricevo finalmente la mail scritta di Manpower dove mi si invitava a partecipare alla formazione il 22 Aprile e di seguito c’erano i dettagli su luogo e ora. Sono rimasta sconcertata in quanto mi aspettavo una graduatoria e mi aspettavo anche dei dettagli aggiuntivi circa il contratto di lavoro. La formazione sarebbe stata pagata? Avrei firmato il contratto? Io attualmente sto lavorando (per sopravvivere) e non me la sono sentita di mollare di punto in bianco senza preavviso il mio lavoro per andare incontro a una giornata di formazione senza una prova scritta del compenso che avrei percepito. Non dico firmare il contratto prima, ma almeno un riepilogo di ciò che ci si era detti a voce 4 mesi prima giusto per avere una “sicurezza”. Non avrei voluto finire nella situazione in cui lasciavo il posto di lavoro attuale per iniziare un corso di formazione che dopo 6 giorni mi avrebbe lasciato a casa senza stipendio.

Inoltre il 21 Aprile sera mi è arrivata una mail con la richiesta di una compilazione di un questionario “al fine di completare la mia candidatura” in cui avrei dovuto rispondere almeno al 70% delle domande in maniera esatta. Le domande non erano di cultura generale né specifiche del lavoro che avrei dovuto svolgere, ma su Expo, dalla gestione dei padiglioni alla sicurezza che si avrà. Ovvero cose che non posso sapere. E poi scusa, ma non ero già stata presa?

Sono stata molto tentata di accettare anche se il salario era 500 euro con contratto di stage (40 ore settimanali), ovvero finiti questi 6 mesi non si ha neanche la possibilità di chiedere la disoccupazione, e ovviamente 6 mesi senza versare contributi. 500 euro di cui 350 euro li avrei spesi per un mensile del treno Torino-Milano più i vari pullman da prendere per arrivare alla stazione dato che abito a Torino e gli affitti a Milano sono talmente alti che è meglio dormire 3 ore per notte e fare il pendolare. Sono stata tentata perché la posizione per cui mi sono candidata è davvero il sogno nel cassetto ma a un certo punto devo decidere se mangiare oppure no. Ciò che ha fatto cadere l’ago della bilancia però è stata la poca serietà da parte di Manpower: avrei accettato anche prendendo uno stipendio da fame e facendo turni massacranti ma se le selezioni sono state così poco serie, cosa mi posso aspettare dall’esperienza in sé?

La gente ci chiama pelandroni, choosy o bamboccioni. Io non mi ritengo nulla di tutto questo, anzi, forse il mio essere poco bambocciona ha fatto sì che perdessi questa possibilità. Io vivo da sola con il mio ragazzo e quindi ho dei doveri economici nei confronti suoi e della casa. Probabilmente fossi stata ancora a casa con mamma avrei potuto prendere 500 euro al mese senza problemi perché non avrei avuto la spesa o le bollette con cui fare i conti. Eppure in questo momento bisogna scegliere: o si sta a casa con mamma (bamboccione) in modo da poter cogliere queste occasioni, oppure si esce dal nido e si rinuncia a queste opportunità, sicuramente interessanti, ma poco proficue sul lato economico (pelandroni).

(Foto di copertina di Matteo Bazzi da archivio Ansa)

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