Lo spiegone di Imen Jane è un mea culpa da Instagram Stories

Dopo essere stata protagonista di una shitstorm per aver urtato la sensibilità dei lavoratori precari, oggi Imen Jane ritorna su Instagram con delle storie in cui si scusa di quanto accaduto

05/07/2021 di Giorgia Giangrande

Imen Jane è la creatrice della community digitale Will e durante la giornata di ieri è finita nel mirino delle critiche per aver offeso la categoria dei lavoratori precari. Oggi si scusa nelle sue Instagram Stories.

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Cosa è accaduto in breve

Durante la prima domenica di luglio, Imen Jane si trovava a Palermo con l’amica e collega di Will Francesca Mapelli, quando ha fatto delle Instagram Stories in cui in qualche maniera ha urtato la categoria dei lavoratori precari, e non solo.

Infatti, la giovane ideatrice è finita in tendenza su Twitter anche per aver sottolineato come sia lei che l’amica non riuscissero a fare a meno degli inglesismi milanesi nel rivolgersi alle persone del luogo (come se poi gli inglesismi romani, napoletani o catanesi non fossero gli stessi di quelli di Milano).

In aggiunta a questo, gli utenti di Twitter hanno anche evidenziato un’altra storia Instagram, in cui Imen riporta una conversazione avuta con un tassista, al quale domandano quali radio avessero a Palermo e che risponde con un più spontaneo «le stesse che avete a Milano».

Il contenuto che ha provocato la «shitstorm»

Le atteggiamento delle due giovani è stato giudicato come arrogante e supponente dai molti, ma sembra un altro il contenuto più «spinto». In un’altra storia, Imen Jane racconta di un episodio in cui l’amica Francesca riferisce al proprietario di un locale come una dipendente non fosse stata in grado di raccontare la storia del locale, dando come motivazione quella di essere sottopagata. Da lì il consiglio di Mapelli riportato nelle storie di Imen, ovvero «che se si fosse informata abbastanza avrebbe potuto avere l’occasione di essere pagata tre volte tanto come guida turistica».

Le due donne probabilmente ignoravano che per diventare una guida turistica non basta informarsi abbastanza sulla storia del locale in cui si lavora. Serve infatti un esame di Stato, organizzato a cadenza biennale e al quale solamente per accedere serve essere in possesso di una laurea triennale e della qualifica professionale di guida turistica qualora lo Stato preveda un’abilitazione per lo svolgimento della professione.

Le scuse di Imen Jane nelle Instagram Stories

Esattamente con lo stesso canale che le ha comportato l’ondata di critiche, ovvero le Instagram Stories, oggi Imen Jane ritorna sullo schermo con delle scuse.

«Voglio fare questo video perché mi dispiace, perché le stories che ho pubblicato ieri sono state molto brutte, offensive e me ne sono resa immediatamente conto dopo».

Imen si scusa per aver sbagliato a comunicare un messaggio di quel tipo e a suo dire sente di aver sbagliato due volte: sia perché è venuta meno a valori e campagne di cui per prima si è occupata, sia perché è venuta meno alla sua storia di cittadina italiana figlia di migranti marocchini, giunti in Italia alla ricerca di opportunità che il loro Paese d’origine non offriva.

In questo modo, però, sembra che stia indirettamente dicendo che senza espatriare dalla propria terra d’origine non si possa avere successo, come se in Sicilia non ci fossero le Università, il lavoro, la possibilità d’istruirsi senza dover prendere il volo per Milano.

Ancora una volta – e spiacevolmente – quel divario che divide Nord e Sud non è soltanto uno sfondo da cinepanettone, ma un ennesimo caso in cui i meridionali vengono vittimizzati come parte di un territorio che non offre loro opportunità di crescita.

 

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