Caso Fadil, Travaglio fa le proporzioni: «Imane sta a Matteotti come Berlusconi sta a Mussolini»

19/03/2019 di Enzo Boldi

Ancora c’è grande incertezza sulle cause della morte di Imane Fadil, la 34enne modella marocchina che avrebbe partecipato alle cosiddette ‘cene eleganti’ ad Arcore e che era a conoscenza di quanto accadeva nelle segrete (neanche più di tanto) stanze della villa di Silvio Berlusconi. L’Ansa aveva parlato, nei giorni scorsi, di avvelenamento da sostanze radioattive, basandosi sui risultati degli esami tossicologici effettuati nel centro specializzato di Pavia dopo la richiesta dei medici dell’Humanitas di Rozzano. Il Tribunale, però, ha bloccato tutto e bisognerà attendere per conoscere con esattezza cosa abbia portato alla morte della giovane. Marco Travaglio, però, ha lanciato un paragone tra questo caso di cronaca e gli omicidi Matteotti e Pecorelli.

«Probabilmente Benito Mussolini non ordinò l’assassinio di Giacomo Matteotti: lui o chi per lui si limitò a far sapere ai suoi che quel deputato socialista, con le sue denunce sulla fine della democrazia e sulle corruzioni di alcuni gerarchi del neonato regime fascista stava rompendo i coglioni – scrive Travaglio nel suo editoriale di martedì 19 febbraio -. Probabilmente Giulio Andreotti non ordinò l’assassinio di Mino Pecorelli: lui o chi per lui si limitò a far sapere ai suoi che quel giornalista molto, troppo informato, con i suoi articoli sulla rivista OP e le sue allusioni agli affari e ai malaffari della cricca andreottiana, stava rompendo i coglioni». Due casi di cronaca che hanno visto implicati, in base anche alle testimonianza, anche se sul caso Pecorelli i tribunali competenti hanno negato in passato il coinvolgimento di Andreotti e ora è stata riaperta l’indagine sulla sua morte, due uomini potenti. Il più classico dei ‘dire a nuora affinché suocera intenda’.

Travaglio: Berlusconi come Mussolini e Andreotti nei casi Matteotti e Pecorelli

E la ‘suocera’, in questo caso, è Silvio Berlusconi. E poche righe dopo arriva quel ‘dico non dico’ che sa di sentenza: «Sicuramente Silvio Berlusconi non ha ordinato il probabile avvelenamento di Imane Fadil, […] i testimoni B. di solito li compra, non li ammazza. E tutto poteva augurarsi, fuorché la morte di una teste-chiave del processo Ruby e il ritorno del Bunga Bunga sulle prime pagine dei giornali. Infatti, negando le sentenze e persino l’evidenza ha provato a smentire di aver mai visto Imane Fadil».

Allora chi ha ucciso Imane Fadil?

Tre storie che, per Travaglio, sono molto simili anche se è sempre stato difficile (nei primi due casi storici) affermare con assoluta certezza i mandanti. Se Berlusconi è come Mussolini e Andreotti (cioè, aver demandato ad altri i brutali omicidi), chi ha ucciso la giovane Imane Fadil? Anche in questo caso il direttore de Il Fatto Quotidiano sembra avere le idee molto chiare parlando del classico scambio di favori: «Purtroppo nessuno può escludere che c’entrino i vari ambienti criminali che lo circondano da quasi mezzo secolo, da Cosa Nostra alla massoneria deviata, dal sottobosco dell’eterna Tangentopoli ai gigli di campo di Putin. Cioè che qualcuno abbia voluto fargli un favore non richiesto, o lanciargli un messaggio avvelenato per ricattarlo, o ricordargli qualche promessa non mantenuta».

(foto di copertina: ANSA/RICCARDO ANTIMIANI + ANSA/ALESSANDRO DI MARCO + ARCHIVIO ANSA)

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