Per scoprire come è morta Imane Fadil ci vorranno altri tre mesi

Per scoprire la causa del decesso di Imane Fadil, teste chiave nel processo Ruby Ter, ci vorranno altri 90 giorni. Per via della complessità delle analisi, la procura ha infatti concesso una proroga.

Per scoprire come è morta Imane Fadil ci vorranno altri tre mesi

Dopo la richiesta avanzata dal pool di consulenti, alla cui guida vi è l’anatomopatologa Cristina Cattaneo, la procura ha concesso una propria di 90 mesi per presentare la relazione finale che faccia luce sulle cause del decesso di mane Fadil. La ragazza marocchina è deceduta il primo marzo in circostante ancora da chiarire. L’ipotesi più accreditata fin dall’inizio è stata quella di avvelenamento per un mix di sostanze. Il 26 marzo il procuratore aggiunto Tiziana Siciliano e i pm Luca Gaglio e Antonia Pavan, titolari dell’inchiesta, avevano disposto l’autopsia sul corpo della giovane, testimonianza chiave. nel processo Ruby Ter. Secondo alcune indiscrezioni però, pare che le analisi si siano rivelate molto più complesse del previsto, e per questo motivo la procura ha concesso una proroga di 90 giorni. A fine luglio quindi si dovrebbe finalmente sapere perché rimane è deceduta: le ipotesi per ora sembrano restare o l’avvelenamento per intossicazione da metalli o una malattia fulminante. La giovane era stata ricoverata un mese prima di morire in una clinica di Rozzano.

(credits immagine di copertina: ANSA / MATTEO BAZZI)

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