Morta Imane Fadil, testimone del processo Ruby: «Temeva di essere avvelenata»

15/03/2019 di Redazione

Clamoroso episodio relativo al processo Ruby-ter, una delle situazioni giudiziarie sul caso di Ruby Rubacuori in cui è coinvolto Silvio Berlusconi. Una delle testimoni, Imane Fadil, è morta lo scorso primo marzo. La notizia, tuttavia, è trapelata soltanto in queste ore. Un vero e proprio giallo, dal momento che Imane Fadil – stando alle testimonianze dei suoi avvocati – temeva di essere avvelenata. Lo aveva rivelato, infatti, a più persone.

La morte di Imane Fadil, i sospetti

Imane Fadil era ricoverata da oltre un mese e la sua morte è avvenuta dopo un tempo di sofferenza piuttosto lungo. Recentemente, nell’ambito del processo Ruby-ter, la donna – che avrebbe partecipato alle cene eleganti di Silvio Berlusconi – era stata esclusa dalle parti civili che si erano costituite. Una vita sempre borderline dopo l’esplosione dello scandalo. Imane Fadil stava scrivendo un libro, che adesso è passato al vaglio degli inquirenti per le informazioni compromettenti che potrebbe contenere.

Quando Imane Fadil diceva che da Berlusconi si invocava il demonio

Imane Fadil era considerata una testimone sui generis. In una intervista piuttosto recente al Fatto Quotidiano, aveva addirittura affermato che – nel corso delle cene eleganti presso l’abitazione di Silvio Berlusconi ad Arcore – si invocava il demonio: «In quella saletta dove si faceva il bunga bunga, c’era uno stanzino con degli abiti, tutti uguali, come delle tuniche – aveva detto a suo tempo -. A cosa servivano? Ho visto presenze strane e sinistre. Io sono sensitiva sin da bambina e le dico che in quella casa ci sono presenze inquietanti. Là dentro c’è il Male e io l’ho visto: c’è Lucifero».

Imane Fadil, che stava scrivendo un libro da diverso tempo, aveva dichiarato di essere in possesso di prove fondamentali nell’ambito del processo Ruby-ter. Tuttavia, queste informazioni sono sempre state promesse e mai state rivelate. Ora, la sua morte appare almeno sospetta. Le circostanze sono sinistre e anche gli inquirenti non escludono nulla: «Stiamo lavorando anche sull’ipotesi avvelenamento» – confermano dalla procura di Milano.

FOTO: MATTEO BAZZI / ANSA

Share this article
TAGS