Ilva, Di Maio: «Abbiamo tolto l’immunità ai vertici». I Verdi: «La norma era già cessata il 30 marzo»

L’annuncio è stato roboante, di quelli da prima pagina dei siti di news. Nel giorno della sua visita a Taranto, il 24 aprile 2019, Luigi Di Maio ha annunciato di aver tolto – con un provvedimento inserito nel decreto Crescita approvato nella notte di ieri dal consiglio dei ministri – l’immunità per i vertici dell’Ilva, l’azienda che ha sede sul territorio e che potevano godere di alcuni particolari vantaggi in termini di reati ambientali.

Ilva, l’annuncio di Di Maio

Luigi Di Maio ha rivendicato questo provvedimento come un risultato del governo, affermando: «Sono qui per dire che ieri in consiglio dei ministri abbiano abolito l’immunità penale che permetteva ai vertici di Ilva di potere godere di alcune esimenti legate a reati ambientali e legate ad alcuni reati odiosi che hanno fatto tanto male ai cittadini di Taranto – ha affermato il ministro dello Sviluppo Economico -. L’esimente penale aveva vita altri 4 anni e mezzo, da agosto invece non avrà più effetti nel nostro ordinamento».

Contestano questa sua affermazione i Verdi italiani, candidati – insieme a Possibile – nella formazione Europa Verde alle prossime europee del 26 maggio. Riportano, infatti, come documento l’ordinanza sulla legittimità costituzionale del 8 febbraio 2019 della norma sull’immunità penale concessa ad Ilva, firmata dal giudice Benedetto Ruberto del Tribunale di Taranto. A pagina 17 dell’ordinanza, infatti, si legge che questa sorta di immunità era stata estesa fino al 30 marzo 2019, dopo una proroga rispetto all’originaria scadenza del 30 giugno 2017.

La replica dei Verdi sull’immunità dei vertici Ilva

«Il decreto legge 1/2015 con le modifiche introdotte con il DL 98/2016 – dice Angelo Bonelli dei Verdi – stabilisce che, per quanto attiene l’affittuario o acquirente e ai soggetti funzionalmente delegati ai sensi dell’art.2 comma 6 ultimo periodo del DL 1/2015 e dopo l’entrata in vigore del DPCM del 29 settembre 2017, l’operatività dell’esimente, immunità, ha un limite temporale di 18 mesi dall’approvazione del suddetto Dpcm, ovvero la scadenza è quella del 30 marzo 2019».

Da qui, quindi, l’attacco a Di Maio accusato di essersi intestato, come merito del governo, una decisione che era già nell’ordine dei fatti: «Di Maio – dice Bonelli – oggi, facendo il furbo, ha annunciato che ha abolito una norma la cui efficacia è cessata il 30 marzo scorso e che quindi non esiste più, e lo fa solo per mera propaganda pensando che nessuno se ne accorgesse, non dice nulla sugli elevati picchi di diossina a masseria del Carmine e non dice nulla sulla richiesta della regione Puglia di revisione dell’Aia bocciata dal ministero dell’Ambiente». Il problema dell’Ilva resta grave. La città di Taranto non può affatto essere soddisfatta di questi artifici retorici.

Share this article
TAGS