Le scuole britanniche mettono “al bando” l’anti-capitalismo
Il Governo Johnson ha, di fatto, equiparato l'anti-capitalismo all'antisemitismo e al fascismo. E le reazioni non si sono fatte attendere
28/09/2020 di Daniele Tempera
Un fantasma si aggira per l’Europa, ma i suoi contorni sono molto più sfumati di quanto non fossero un secolo fa. Con una mossa che ha lasciato molti perplessi, e altri scioccati, il Regno Unito ha deciso di vietare, nelle scuole inglesi, l’uso di risorse da parte di organizzazioni che hanno espresso il desiderio manifesto di voler mettere fine al capitalismo. L’anti-capitalismo è di fatto equiparato all’antisemitismo, alla soppressione della libertà di parola, al fanatismo terrorista o al supporto di attività illegali. Lo ha deciso la giunta conservatrice guidata da Boris Johnson. Secondo il documento redatto dal Governo: “Le scuole non devono usare, in ogni circostanza, materiale proveniente da quelle organizzazioni che supportano istanza politiche estreme”. E anche se il materiale scolastico non è considerato “estremo”, è sufficiente che una di queste organizzazioni che lo producono venga bollata come anti-capitalista, per far sì che il contenuto venga automaticamente vietato all’interno delle scuole.
Tra le posizioni politiche estreme viene di fatto equiparata “l’abolizione della democrazia, quella del capitalismo e la fine delle ‘libere elezioni'”. Tradotto: è sufficiente che una ONG che si occupi, ad esempio, di ambiente o di violenze di genere esprima posizioni anti-capitaliste, per vedersi censurata all’interno delle scuole britanniche.
Le reazioni: perché mettere al bando l’anti-capitalismo è illiberale
E le reazioni non si sono fatte attendere, anche dal fronte laburista. John McDonnell, ex premier del “governo ombra” laburista, intervistato dal Guardian non usa mezze misure e taccia di autoritarismo il governo conservatore: « Su queste basi sarebbe illegale la gran parte della storia e della politica britannica, basti pensare alla storia del socialismo inglese, del partito laburista, del sindacalismo: tutte queste forze hanno dichiarato, seppur in tempi diversi, di voler abolire il capitalismo».
Ancora più duro l’ex ministro delle finanze greco Yanis Varoufakis secondo il quale le linee guida mostrano “quanto facilmente un Paese scivoli surrettiziamente versi il totalitarismo”. E aggiunge «Immaginate un sistema educativo che bandisce dalle scuole quegli insegnanti con curriculum dedicato allo studio e alla diffusione di grandi scrittori inglesi come William Morris, Iris Murdoch e Thomas Paine. Il Governo inglese sta istruendo le scuole a fare esattamente questo».
Basterebbe forse ricordare che il liberalismo non coincide automaticamente con il capitalismo e con in libero mercato e che, anche in una società apparentemente “libera” e iper-liberista, possono trovare spazio provvedimenti che ne sono l’esplicita negazione.