“Il primo si chiama Mario” – Vecchie bufale che ritornano

Per la serie "è il concetto che conta", vi parliamo di una vecchia bufala dura a morire. A cura della redazione di "Adotta anche tu un analfabeta funzionale"

28/08/2020 di Analfabeti Funzionali

Questa bufala ha origini antiche, tant’è che Bufale.net l’aveva già sbufalata nel 2016. Tutte le bufale create per suscitare indignazione sul tema dell’immigrazione, si basano sulla perversa logica del “concetto che conta”. Chi le condivide non si prende la briga di verificare l’identità delle persone ritratte nelle foto, oppure è pienamente consapevole del fatto che si tratti di una bufala e, di fronte a un’obiezione, risponde con frasi prevedibili e standardizzate del tipo: “Non importa, rispecchia il mio pensiero”, oppure “potrebbe succedere veramente”, oppure “siamo in democrazia e condivido quello che mi pare”. Certo, siamo in democrazia e sei libero di renderti ridicolo. Il fatto che però tu ne vada anche fiero, ti rende ancora più ridicolo. Certe bufale sono così inverosimili che talvolta sono state create appositamente da qualche troll che ci prova gusto nel vedere le reazioni dei boccaloni. Un’operazione decisamente discutibile, che può rivelarsi inopportuna e controproducente.

“Il primo si chiama Mario, è stato eroe di guerra. Poi ha continuato a servire la sua patria per 40 anni. Ora non trova un posto in ospedale. Il secondo si chiama Mohamed. Non ha mai fatto nulla per l’Italia ma ha un buon posto in un hotel pagato dallo Stato Italiano.”

Come spiegato nell’articolo di Bufale.net, la foto a sinistra è stata prelevata da uno store di immagini a pagamento:

Bufala vecchia, commenti nuovi, ma sempre gli stessi. Ve ne proponiamo alcuni tratti da uno dei tanti post che hanno riproposto questa bufala. Si tratta di un profilo privato, per cui non possiamo fornirvi il link al post originale:

 

Share this article