Il Messaggero ha confuso un profilo parodia di Zuckerberg per quello vero

Per raccontare il confronto tra Elon Musk e Stephen King sulla "spunta blu" a pagamento, il quotidiano ha inserito anche un tweet pensando fosse quello del Ceo di Meta

02/11/2022 di Enzo Boldi

I social sono pieni di profili social che, per pura parodia e spirito di satira, utilizzano nomi di personaggi ben noti. Twitter, infatti, permette a chiunque di modificare la foto profilo e il nome utente continuamente. E così è successo che il quotidiano Il Messaggero ha commesso un errore (che in passato hanno già commesso altre testate) di confondere reale e virtuale. Anzi, falso e vero. Nell’edizione cartacea di oggi, mercoledì 2 novembre, a pagina 11 troviamo un articolo costruito, in parte, su un tweet mai pubblicato da Mark Zuckerberg, ma da un profilo parodia.

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Il tema era quello molto in voga nella cronaca social degli ultimi giorni: l’ipotesi – avanzata da Elon Musk – di concedere la famosa “spunta blu” (la certificazione del profilo) a pagamento (con cifre che sono passate dai 20 dollari iniziali, ai 9 attuali). E nella narrazione fatta da Il Messaggero – che raccontava anche dell’intervento dello scrittore Stephen King e del suo dibattito social con il nuovo proprietario di Twitter -, si è aggiunta anche una risposta “attribuita” al Ceo di Meta Mark Zuckerberg.

Perché si tratta di un grossolano errore? Perché quella frase «Ciao Elon, Facebook è gratis» non è mai stata pubblicata su Twitter da Mark Zuckerberg.

Il Messaggero e la citazione di un “falso” Zuckerberg su Musk

Da dove nasce l’errore? Da un profilo parodia che spesso muta il proprio nome in base al personaggio di rilievo di turno. Si chiama @di_reddito e nel corso del tempo ha sempre agito con il suo sarcasmo sui social. E nel pomeriggio di ieri, martedì 1 novembre, ha indossato le “vesti” social di Mark Zuckerberg intervenendo nel mezzo dello scambio tra Stephen King ed Elon Musk sulla “spunta blu” a pagamento.

Insomma, una citazione che riporta un nome preciso. Ma si tratta di un profili dichiaratamente ironico e sarcastico. Basta, infatti, cliccare sul suo nome (ma era già sufficiente vedere il tag @di_reddito) per avere un’idea ben chiara.

Era tutto abbastanza evidente, ma il quotidiano romano è caduto nel più classico degli errori tipici dei social. Parlando di social.

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