Il giocatore che vendeva cocaina

Condannato Michele Padovano per spaccio di droga; il padre di Mark Iuliano lo accusa: “La dava anche a mio figlio”

Arriva ad un primo punto di svolta la vicenda giudiziaria di Michele Padovano: questo pomeriggio il tribunale di Torino lo ha condannato in primo grado ad otto anni e mezzo di reclusione per associazione per delinquere finalizzata al traffico di stupefacenti. Michele sarebbe stato uno dei terminali di un’associazione a delinquere finalizzata al traffico di droga: cocaina principalmente, ma erano anche altri gli stupefacenti che Padovano trattava, non da solo.

LA STORIA – “Non c’entro niente”, dice ora, e “lo dimostrerò”. A ripercorrere la sua storia ci si imbatte in una brutta vicenda di malaffare a base di cocaina che coinvolgeva altri nomi noti del mondo del pallone.

Indagando su un vasto traffico di hashish importato in Italia dal Marocco, attraverso la Spagna, i carabinieri si sono imbattuti nei nomi di ex calciatori famosi: Michele Padovano, Nicola Caricola e Gianluca Vialli, tutti ex juventini. Avevano ruoli e responsabilità diverse. Padovano è stato arrestato con l’accusa di essere stato uno dei finanziatori dei trafficanti, Caricola è stato denunciato. Per Vialli nessun provvedimento

Così parlava il Corriere della Sera raccontando dell’arresto del calciatore. Atteggiamenti sospetti e ricostruzioni avevano portato al procedimento di custodia cautelare a suo carico.

L’ ex calciatore avrebbe prestato in due diversi momenti quasi 100 mila euro a quello che i carabinieri ritengono il capo della banda, Luca Mosole, 39 anni, di La Cassa (Torino), un disoccupato dal tenore di vita estremamente elevato. I carabinieri di Venaria (Torino), i primi a indagare, hanno anche accertato un episodio singolare: Padovano si presentò nel piccolo ufficio postale del suo paese per depositare 100 mila euro in contanti, contenuti in una scatola di scarpe.

Padovano è nato calcisticamente con la maglia dell’Asti, prima di militare a lungo nel Cosenza: la notorietà è arrivata con le grandi squadre, soprattutto Genoa e Reggiana, e infine con la Juventus. A Torino Padovano è stato due anni, dal 1995 al 1997, prima di avviarsi all’estero e di iniziare gli ultimi anni da calciatore professionista. Poi, il guaio con la droga e l’arresto, nel 2006: solo pochi mesi fa l’udienza era arrivata alle richieste del Pubblico Ministero, che aveva chiesto per Padovano 24 anni. Il giudice, come abbiamo visto, ne ha concessi praticamente un terzo.

IL PADRE DELLA VITTIMA – Su Facebook c’è una fonte decisamente attendibile che commenta la sentenza. Si tratta di Alfredo Iuliano, che, come scrive in un recente aggiornamento del suo profilo, è sicuro che Padovano si meriti la condanna che ha ricevuto: questo perché “vendeva la droga a mio figlio”. Il figlio di Alfredo è Mark Iuliano, altro calciatore della Juventus e della Nazionale anch’esso finito in mezzo ad una brutta storia di droga. Nel 2008 un’ispezione federale ha trovato Iuliano positivo ad un metabolita della cocaina, la “benzoilecgonina”, come raccontava ancora il Corriere della Sera; in quell’annata Iuliano giocava sotto i colori del Ravenna, che soffre per sua sospensione a due anni di un danno di immagine quantificato, secondo i giudici sportivi, in 10.000 euro (un precedente assoluto per il mondo del calcio). Ora, il padre di Mark lo scrive forte e chiaro su Facebook.

Padovano è colpevole ,riforniva anche i calciatori della juventus tra cui mio figlio. vittime sicure:iuliano.vialli,bachini

Iuliano senior chiama in causa Gianluca Vialli, in effetti lambito dall’indagine che ha portato Iuliano dietro le sbarre ma che si è sempre detto estraneo ai fatti; per quanto riguarda Jonathan Bachini, altro calciatore in zona Juventus alla fine degli anni ’90, si tratta di un atleta livornese espulso a vita dalla lega professionisti perchè “recidivo alla cocaina”: dal 2004 al 2006 infatti Bachini è stato trovato positivo ai metaboliti della cocaina nonostante il passaggio dal Brescia al Siena. Recentemente ha chiesto di poter essere riammesso all’albo, essendo passati più di cinque anni dai fatti: “Bachini a causa della coca ha visto stroncata del tutto la carriera”, dice Alfredo Iuliano. E’ ancora lui a tirare in ballo un altro nome.

resta ancora aperta la sua responsabilità sul caso bergamini.

QUELLA MORTE MISTERIOSA – Donato Bergamini è stato un calciatore del Cosenza morto in circostanze mai chiarite nel 1989, ritenuto suicida: Michele Padovano, allora calciatore nella squadra calabrese, segnò il gol del pareggio nella sua ultima partita. Quando nuove informazioni sulla morte di Bergamini furono divulgate dal libro di Carlo Petrini, il nome di Padovano tornò in ballo: in effetti il calciatore ora condannato aveva qualcosa da raccontare sul suo fu-migliore amico.

Oggi il miglior amico di Bergamini, Michele Padovano – lui sarebbe diventato centravanti della Juventus, del Genoa, del Crystal Palace – , ha voluto rivelare come i vestiti che il calciatore aveva indosso al momento della morte non siano mai stati repertati dai carabinieri. “Dopo la celebrazione dei funerali li ho visti sul pullman, dentro una busta. I miei compagni se li passavano, ognuno voleva possedere qualcosa di Donato”. Padovano ha un altro ricordo, preciso, sul 18 novembre 1989. Prima del cinema. Era con l’amico nella stanza d’albergo, il Motel Agip di Cosenza. “Dopo pranzo, riposavamo. La sveglia era fissata per le quattro del pomeriggio, lo spettacolo iniziava alle quattro e mezza. Intorno alle tre Donato ricevette una telefonata in camera. Non ci feci caso, ma lui cambiò espressione. Sembrava volesse parlarmene, non disse niente: diventò assente. Di solito andavamo al cinema con un’auto, quel giorno mi disse che avrebbe preso la sua. Voleva stare da solo. Accese il motore ed è stata l’ultima volta che l’ho visto”.

Alfredo Iuliano ricostruisce una breve biografia del calciatore – presunto spacciatore.

padovano era un trovatello cresciuto in un orfanotrofio,spacciava già da ragazzo,dio gli diede l’opportunità di cambiare,invece porto la sua diabolica inclinazione anche nel calcio.è stato devastante. mio figlio stimava padovano anche perchè quando era bambino era il suo idolo nel cosenza. quando gli fece l’assist in coppa campioni e padovano segnò di testa, mark toccò il settimo cielo.il suo affetto era purtroppo mal riposto.

Il giovane Iuliano in effetti era originario di Cosenza, anche se non militò mai nel club di casa. “La nostra famiglia è stata segnata per sempre”, dice il padre.

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