Il figlio di Adolf Hitler?

Si tratta di Jean Marie Loret, morto nel 1985, secondo la rivista parigina “Le Point”

Il Telegraph ci racconta la storia di Jean Marie Loret, morto nel 1985 all’età di 67 anni, il quale non incontrò mai il suo padre biologico, e che combattè le forze naziste durante la Seconda Guerra Mondiale. Eppure è custode di una storia straordinaria: Jean Marie era figlio di Adolf Hitler.

LA TRESCA DI HITLER – Questa storia è stata pubblicata dall’ultimo numero della rivista parigina “Le Point” che racconta: Jean Marie era figlio di Adolf Hitler, il quale non ha ufficialmente lasciato eredi. Il Fuhrer ebbe una tresca con una donna francese, Charlotte Lobjoie, all’epoca sedicenne, madre di Jean Marie, durante un momento di pausa nei combattimenti della Grande Guerra. Il tutto avvenne nel giugno 1917. Quasi come successe a Snoopy, abbattuto dai nazisti a Point-A-Mousson e poi impegnato in una tresca amorosa di fantasia con una dolce ragazza francese, così Hitler, impegnato nella guerra contro i francesi a Seboncourt nella regione della Picardia, si trovò in licenza nel piccolo paese di Fournes-in-Weppe, poco distante da Lilla.

L’INCONTRO – Charlotte raccontò così l’incontro a suo figlio: “Un giorno stavo tagliando il fieno con altre donne, quando vedemmo un soldato tedesco dall’altro lato della strada. Aveva con sé un blocco da disegno, e stava immortalando qualcosa. Tutte noi trovammo questa cosa parecchio interessante, ed eravamo curiose di sapere cosa stesse disegnando. Si decise che dovevo essere io ad avvicinarmi a lui”. La coppia cominciò a intrattenere una breve relazione, che si risolse con la nascita di Jean Marie, che nacque nel marzo 1918 dopo essere stato concepito in una notte allegra del giugno 1917.

QUEGLI STRANI DISCORSI – “Quando tuo papà veniva a trovarmi -continua Charlotte- il che non accadeva spesso, mi portava a fare delle lunghe passeggiate in campagna. Ma poi, ispirato dalla natura, si lasciava andare in discorsi che non capivo. Non parlava francese, ma sbraitava in tedesco, come se stesse parlando a degli ascoltatori immaginari. Anche se conoscevo il tedesco, non riuscivo a stargli dietro. Parlava della storia prussiana, austriaca e bavarese, tutte cose che io non conoscevo. Il mio comportamento lo irritava, per cui non reagivo alle sue parole”.

CONTRO I TEDESCHI – A scuola Jean Marie veniva trattato male dai suoi compagni visto che era figlio di un soldato tedesco. Spesso doveva venire alle mani con loro per difendere l’onore del genitore, che nel frattempo era tornato in Germania facendo perdere le sue tracce. Nel frattempo la mamma decise di dare Jean Marie in adozione nei primi anni ‘3o alla famiglia Loret. Hitler non avrebbe mai riconosciuto Jean Marie, ma rimase sempre in contatto con Charlotte. Jean Marie andò a combattere contro i tedeschi nel 1939 a difendere la Linea Maginot, che poi cadde e portò all’invasione nazista della Francia dal 1940 al 1944. Jean Marie entrò anche nella Resistenza, dove venne identificato con il nome in codice “Clement”.

CHI E’ PAPA’ – Charlotte, poco prima della sua morte, avvenuta nei primi anni ’50, si decise a svelare a Jean Marie chi fosse suo padre. La reazione del ragazzo ormai uomo fu la seguente, come testimoniata da lui stesso: “Per non deprimermi, ho sempre lavorato. Non ho mai fatto una vacanza. Non ho mai coltivato un hobby. Per 20 anni non sono neanche andato al cinema”. A quel punto però Loret, per cercare una conferma alle parole della madre, cominciò ad indagare nel suo passato scoprendo che aveva lo stesso gruppo sanguigno di Hitler e che addirittura aveva una calligrafia simile. Le fotografie dimostravano una somiglianza quasi raggelante. Dalle indagini svolte sui documenti della Wehrmacht si scoprì anche che Hitler durante la guerra aiutò economicamente Charlotte Lobjoie, la quale custodiva dei dipinti siglati da Adolf nel solaio di casa. Dipinti scoperti dal figlio alla morte della madre.

L’AVVOCATO-PSICOLOGO – In Germania, allo stesso tempo, venne scoperto un quadro dipinto da Hitler il cui soggetto era Charlotte Lobjoie. Francois Gibault, avvocato di Jean Marie Loret, ebbe a dire: “Il mio cliente mi contattò nel 1979, ma non sapeva cosa fare. Da un lato avrebbe voluto essere riconosciuto come figlio di Hitler, ma dall’altro avrebbe desiderato cancellare questa storia dalla sua vita. Aveva i classici sentimenti dei figli illegittimi, overo conoscere il proprio passato con il timore di non poter più affrontare il futuro. Abbiamo parlato a lungo di questa cosa. Più che un avvocato, sono stato per lui uno psicologo”.  Secondo Gibault, Jean Marie avrebbe potuto chiedere i diritti del “Mein Kampf”, “la mia battaglia”, il libro di Hitler che vendette copie in tutto il mondo. Anche Loret scrisse un libro, nel 1981, dal titolo: “Il nome di tuo padre era Hitler”. Il testo ora verrà ristampato, arricchito di altre prove.

UNA BREVE STORIA DEL FUHRER – Hitler nacque in un villaggio austriaco, e non ha mai nascosto il suo amore per la Francia, e per Parigi in particolare. Nel 1940 volle visitare la città portando i suoi omaggi alla tomba di Napoleone. Addirittura diede ordine di traslare i resti di Napoleone II, figlio del Bonaparte avuto con Maria Luisa d’Austria, da Vienna a Parigi. Hitler aveva una vera passione per Napoleone, dicendo che avrebbe voluto essere come lui. Si racconta avesse anche voluto avere dei figli, magari riconosciuti. Hitler amava anche gli animali, visto anche il rapporto con il suo pastore tedesco Blondi. La sua vita si concluse nel 1945, nel bunker di Berlino. L’ultimo atto fu il matrimonio con la sua amante, Eva Braun. Chissà se in quegli ultimi momenti ha pensato a Charlotte Lobjoie. Visto la storia qui raccontata, probabilmente sì. In fondo anche lui era un uomo. E chissà se era anche un padre, o se Charlotte disse al figlio qualcosa di troppo sull’identità di quel soldato tedesco.

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