Il Car Sharing conquista l’Italia

29/01/2014 di Maghdi Abo Abia

Tutti pazzi per il car-sharing. Gli italiani dicono si alla possibilità di poter condividere un’automobile pagando solo il tempo strettamente necessario al suo utilizzo abbattendo i costi di gestione di una seconda auto mentre i comuni possono sorridere all’idea di un futuro senza più code ed ingorghi causati dalla presenza massiccia di autovetture, usate anche da chi potrebbe farne a meno.

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UN SUCCESSO NOTEVOLE – L’Ansa ci propone dei numeri che aiutano ad inquadrare il successo di tale fenomeno. Nel 2009 gli utenti iscritti ai servizi di car-sharing erano 17.900. Nel 2013 il loro numero è salito a circa 90.000. Un aumento vertiginoso che si giustifica con la difficoltà sempre crescente di coniugare mobilità privata, risparmio e cambiamenti nelle città. In Italia oggi le zone a traffico limitato sono 103. Praticamente ogni capoluogo di provincia ne ha una. Un numero importante, il più alto d’Europa. Un dato che certifica i problemi di co-abitazione tra automobili private e centri urbani e che ha trovato nell’arrivo degli operatori privati di noleggio auto a brevissimo termine la soluzione che sembra accontentare anche i cittadini.

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PREZZO AL MINUTO – Il principale attore privato al momento è Car2go, la società del gruppo Daimler nata in collaborazione con Europcar che ad oggi ha raccolto 50.000 iscrizioni dopo il suo sbarco in pompa magna a Milano, con l’obiettivo di estendersi in tutta Italia. La formula si è dimostrata da subito vincente, con il pagamento di una tariffa al minuto di 29 centesimi, prenotazione telematica o, ancora più semplicemente, possibilità di «acchiappare» la prima vettura disponibile già in mezzo alla strada, se lo segnala il display della vettura. Non solo, la macchina può essere lasciata dove si vuole, a patto che non sia in divieto, con il noleggio che si conclude con il parcheggio dell’auto ed il blocco della stessa grazie alla tesserina magnetica in dotazione.

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IL BOOM DI ENJOY – Un meccanismo efficiente migliorato però grazie all’azione di Enjoy, una joint-venture Eni-Trenitalia.Fiat che dal giorno della sua discesa in campo, lo scorso 16 dicembre, ha bruciato le tappe con migliaia d’iscrizioni di clienti che avranno così la possibilità di poter usare le 500 rosse al prezzo di 25 centesimi al minuto per i primi 50 chilometri, pagando solo 10 centesimi in caso di sosta temporanea. E nel primo mese di servizio a Milano, Enjoy ha visto l’iscrizione di oltre 26 mila clienti, al ritmo di quasi 1000 nuove attivazioni, e 35 mila noleggi, facilitati dalle tariffe più convenienti oggi sul mercato e dalla mancanza di una carta, visto che la prenotazione è gestibile attraverso un pin al quale è associato il proprio profilo e la carta di credito.

IN ATTESA DELLO SBARCO A ROMA E TORINO – Enjoy a Milano avrà a disposizione 644 vetture, un numero vicino alle 800 di Car2go. Ed il successo della sperimentazione milanese ha fatto si che entro l’estate Enjoy sbarcherà anche a Roma e Torino. In tutto questo è opportuno sottolineare il ruolo di laboratorio di Milano, la prima città italiana ad investire in maniera diffusa nel car-sharing e che oggi, con i suoi sette servizi differenti, rappresenta la prima città europea in termini di possibilità di scelta e di diffusione delle vetture, circa 2000. E probabilmente il sistema ideato dalla giunta Pisapia farà proseliti almeno in Italia. L’Adoc, associazione per la difesa e l’orientamento dei consumatori, ha salutato con favore il prossimo sbarco di Eni nella Capitale, così come quello futuro degli altri servizi come Car2go, ritenendo che il car-sharing rappresenta l’opportunità per migliorare la vita della città.

«NELLA CAPITALE UN SERVIZIO INADEGUATO» – Nello specifico l’Adoc, come spiega Repubblica, ha lanciato un attacco frontale al Comune relativamente al suo servizio di mobilità condivisa. Il sistema capitolino di car-sharing viene definito inefficiente, caro e limitato, oltre che fruibile solo dall’1 per cento della popolazione. Lamberto Santini, Presidente dell’Adoc, ha sottolineato che a Roma sono disponibili 120 auto per una popolazione di 2,5 milioni di abitanti mentre gli iscritti al servizio sono 2500. Il problema? Il costo. A Roma si paga una cauzione di 100 euro, un abbonamento annuale di minimo 101,63 euro ed il costo d’utilizzo orario e chilometrico. Una situazione ben diversa da quella di Milano dove gli operatori privati fanno pagare solo il tempo passato a bordo della vettura. E sicuramente anche qui le cose sono destinate a cambiare con lo sbarco del servizio made in Italy con tanto di 500 di Enjoy e delle smart di Car2go, per una concorrenza Italia-Germania all’ombra del Colosseo tutta da vivere.

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UN BUSINESS IN CRESCITA – Secondo le prospettive di crescita, nel 2020 i clienti dei servizi di car-sharing italiano saranno circa 500.000 mentre le case automobilistiche investiranno a fondo puntando sul successo dell’iniziativa, tanto che sempre nel 2020 si stima che il giro d’affari legato al mondo del car-sharing arriverà a 6,3 miliardi di euro contro un valore attuale di un miliardo. Del resto solo così si può spiegare l’ingresso dei grandi gruppi come Fiat, Daimler, Bmw, Volkswagen, Toyota. Non solo. Per i privati il settore rappresenta un’opportunità di crescita importante. A confermarlo è Paolo Scaroni, Amministratore delegato di Eni, che ritiene come il break-even, ovvero il momento il cui Eni vedrà utili dall’investimento, arriverà nel 2016. Presto, quindi. Stessa cosa per Car2go, che ha confermato come i primi utili arrivino dopo quattro anni.

IL NODO DEL RISPARMIO – Il successo di prodotti come Enjoy ha però radici più profonde. Un italiano ha la possibilità di guidare una 500 o una 500 L pagando solo 25 centesimi al minuto, dimenticandosi di assicurazioni, bollo e parcheggio. Inoltre la vettura è equipaggiata con pneumatici all-season ed ha in dotazione il Bluetooth. E se consideriamo che la stessa macchina nella sua versione base costa 13.610 euro, Ipt esclusa, e che secondo le statistiche è l’auto più rubata d’Italia, si capisce dove risieda il successo. Ma c’è ancora di più. Come spiega Il Fatto Quotidiano, ogni anno un italiano spende in media 3.400 euro per la propria automobile, ovvero il 25 per cento della ricchezza prodotta dal nucleo familiare. Uno studio condotto dall’Automobile Club d’Italia ha poi dimostrato che dal 2000 al 2008 il totale delle spese di esercizio dell’auto è cresciuto da 136 a 168 milioni di euro.

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TUTTO COMPRESO – Nel 2009 la corsa si è fermata a causa della crisi, salvo poi ripartire nel biennio 2012-2013 attestandosi nuovamente intorno ai 168 milioni di euro. Poi c’è il bollo che vale mediamente 204 euro l’anno, il caro-assicurazione, spese di parcheggio di vario genere, il rischio multe, la benzina fluttuante con i picchi di prezzo sempre in prossimità di ponti o vacanze, la revisione obbligatoria ogni due anni a partire dal quarto anno di vita della vettura per un costo di 45 euro in motorizzazione o di 64,8 presso un’officina autorizzata. Con il car-sharing invece moltissime di queste voci finiscono del dimenticatoio. Come ci ricorda Vocidimilano, in queste vetture sono inclusi carburante, assistenza stradale 24 ore su 24, assicurazione Kasko, talvolta con franchigia, manutenzione e pulizia.

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