Ignazio Marino assolto dall’accusa di peculato per la vicenda degli scontrini

09/04/2019 di Enzo Boldi

La Cassazione ha annullato senza rinvio la condanna nei confronti dell’ex sindaco di Roma Ignazio Marino «perché il fatto non sussiste». L’ex primo  assolto in primo grado e condannato in appello, era accusato di peculato e falso per la vicenda degli scontrini delle cene di rappresentanza quando era sindaco della capitale.

Ignazio Marino, che anche per quella vicenda era stato messo nel mirino delle opposizioni – e non solo – era stato condannato in appello alla pena di due anni di detenzione, ma la corte di Cassazione ha annullato il giudizio e ora cade definitivamente il quadro accusatorio che obbligò l’ex sindaco di Roma ad abbandonare il Campidoglio. Al centro del processo, la rendicontazione di una cinquantina di cene, per un totale di circa 12 mila euro, che Marino aveva pagato con la carta di credito di rappresentanza del Campidoglio durante i 28 mesi del suo mandato tra il 2013 e il 2015.

Ignazio Marino assolto dalla corte di Cassazione

Come riporta l’AdnKronos, il procuratore generale Mariella De Masellis nell’udienza di martedì mattina aveva sollecitato l’assoluzione «perché il fatto non sussiste». La sentenza di secondo grado, secondo il pg della Suprema Corte di Cassazione, andava annullata senza rinvio. La richiesta è stata accolta dopo una lunga camera di consiglio dai giudici della Cassazione.

L’iter processuale della vicenda scontrini

Dopo l’assoluzione in primo grado da tutte le accuse, Marino l’11 gennaio dello scorso anno era stato condannato a due anni dai giudici della terza sezione della Corte d’Appello di Roma. Oggetto del procedimento per peculato e falso erano una cinquantina di cene pagate attraverso l’utilizzo della carta di credito che gli fu rilasciata durante il suo mandato dall’amministrazione capitolina. Anche nel secondo grado di giudizio era stata confermata, invece, l’assoluzione per l’accusa di truffa per le consulenze della Onlus Imagine.

(foto di copertina: ANSA/CLAUDIO PERI)

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