I procuratori generali degli USA chiedono Zuckerberg di rinunciare a Instagram per gli under 13

La lettera firmata da 44 persone dopo che il tema della sicurezza dei minori è stato evidenziato dalle associazioni per la sicurezza dei bambini e del Congresso

11/05/2021 di Enzo Boldi

Da quando è trapelata la notizia di un Instagram under 13 messo in cantiere da Facebook, non sono mancate aspre critiche. Prima le associazioni in difesa dei minori, poi le perplessità espresse dal Congresso. Ora arriva anche una lettera firmata non da persone comuni: si tratta di ben 44 procuratori generali statunitensi che chiedono a Mark Zuckerberg di ripensare ai proprio piani. Insomma, i minori devono essere tutelati e creare un social dedicato solamente a loro potrebbe essere una strategia con più ombre che luci.

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«L’uso dei social media può essere dannoso per la salute e il benessere dei bambini, che non sono pronti per affrontare le sfide di avere un account sui social media – si legge nella lettera firmata dai 44 procuratori generali degli Stati Uniti -. Inoltre, Facebook storicamente non è riuscita a proteggere il benessere dei bambini sulle sue piattaforme. I procuratori generali hanno interesse a proteggere i nostri cittadini più giovani e i piani di Facebook per creare una piattaforma in cui i bambini di età inferiore ai 13 anni sono incoraggiati a condividere contenuti online è contrario a tale interesse».

Instagram under 13: la lettera dei 44 procuratori generali in cui si chiede a Zuckerberg di sospendere il progetto

Dal canto suo, Facebook – attraverso una dichiarazione rilasciata da una portavoce alla CNN – ha spiegato che il progetto Instagram under 13 sarà sviluppato «in consultazione con esperti in sviluppo infantile, sicurezza dei bambini e salute mentale e difensori della privacy». Da Menlo Park fanno sapere che, per esempio, non saranno inseriti annunci all’interno dell’applicazione e questa dinamica dovrebbe tutelare i minori dalle influenze esterne. Sta di fatto che quel che appare forzato è proprio il fulcro centrale della questione: a cosa serve dare un social ai bambini se le policy vigenti impediscono loro l’iscrizione? Assolutamente a nulla.

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