I 10 motivi per cui l’Italia può vincere i Mondiali nonostante Prandelli

04/06/2014 di Boris Sollazzo

A nessuno piace la Nazionale. A parole. Tutti si avvicinano all’appuntamento dei Mondiali storcendo il naso e dando motivazioni varie – gli scandali che lo indignano, il tifo per una squadra sempre trascurata dal ct, il tipico antipatriottismo all’italiana – per sostenere la propria simpatia per nazioni altrimenti ignorate: i romanisti giurano che terranno per la Costa d’Avorio di Gervinho, i laziali per la Germania di Klose, i napoletani per l’Argentina di Maradona, Higuain e persino Fernandez e Andujar (ma i più raffinati puntano pure sul Belgio di Mertens), i milanisti hanno una passione ormai quasi trentennale per l’Olanda, l’interista tiene un po’ per tutti e lo juventino per l’Italia, perché gli altri gli han tenuto fuori Tevez e Llorente e non possono né vogliono supportare il Cile di Vidal, troppo lontano dalle possibilità di vittoria. In azzurro sanno che anche nei momenti peggiori avranno mezza squadra. Alla Vecchia Signora, nessun ct resiste.

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Poi, magia, c’è la prima partita: di solito la giochiamo male, con venti milioni di italiani davanti al televisore, anche in orari impossibili. Tutti avevano giurato di andare a teatro, al cinema, a fare shopping con la moglie: ma sono lì. Il giorno dopo, critiche sul ct e sul gioco, sulla mancanza di carattere di campioni troppo vecchi e promesse mai mantenute. Polemiche, cattiverie, persino qualche insulto. Sì, perché noi iniziamo sempre male i campionati del mondo, si sa. Dal secondo match del girone o crolliamo o si esce a rimirar le stelle. A quel punto non ci crediamo, ma cominciamo a sperarci. E aumentiamo nei salotti  – la Nazionale si vede con (tanti) amici e parenti in un unico (di)vano, pieno di generi di conforto dannosi alla salute: pizza fredda, sigarette, birre da discount – e, alla fine dei novanta minuti, pure nelle strade.

Insomma, non siamo mai partiti da favoriti. Non è mai successo che ci sentissimo i mondiali in tasca. Anzi, siamo sinceri: scommettiamo sempre sulla nostra uscita al primo turno.E allora noi vi diciamo, in controtendenza, i 10 motivi per cui potremmo vincere. Nonostante tutto e tutti.

Italy v Ireland - International Friendly

1. Il destino. Non ce ne voglia Riccardo Montolivo, bravissimo ragazzo. Ma il centrocampista bradipo era fuori moda già ai tempi di Suarez (il nerazzurro, non il Mario dell’Atletico Madrid). E allora a lui consigliamo di farsi una lunga luna di miele con la bellissima moglie appena impalmata, mentre noi tiriamo un sospiro di sollievo e grazie a lui ci portiamo in terra carioca sia Verratti che Insigne (preferito a Rossi e Destro per salute e maggiore duttilità tattica: con il Montolivo se ne poteva fare un solo modulo, quello rodato sulla sua lentezza, ora tre).

2. I difensori centrali dell’Inter in disgrazia. Di solito sono forti ma vengono da una stagione altalenante. Forse perché soffrono di solitudine nel proprio club – sono gli unici a parlare l’italiano ad Appiano Gentile (ora neanche più il presidente può far loro compagnia), si chiama Internazionale mica a caso -, e quando arrivano a Coverciano non gli sembra vero di poter giocare con persone che magari gli rispondono a una battuta. Si entusiasmano così tanto che non li fermi più, diventano saracinesche e pure più prolifici dei centravanti che marcano. Valse per Materazzi, con Grosso eroe del 2006, potrebbe succedere anche a Ranocchia. Magari con testata a Higuain, chissà.
Certo, essendo il 24imo, si rischia di dover costruire una bambolina voodoo con le sembianze di Paletta.

3. Diamo a Cesare quel che è di Cesare. Ha fatto un miracolo, è riuscito a far arrabbiare persino l’angelico bravo ragazzo Giuseppe Rossi. Quanto ci metterà a far uscire fuori dai gangheri due scapestrati come Balotelli e Cassano? Così giocherebbero Immobile, con Insigne e Cerci ai lati. Lo immaginate? Potremmo persino fare spettacolo e non solo risultato.

Italy Team Photo And Portraits

4. Quando le canzoni dedicate al mondiale sono inascoltabili, vinciamo. Altro che Waka Waka di Shakira, Notti Magiche (che poi il titolo era Un’estate italiana) targate Nannini-Bennato, La Copa de La Vida di Ricky Martin. Ci hanno fatto ballare, commuovere e perdere. E invece voi ricordate per caso Grandstand del pur conosciutissimo Andrew Lloyd Webber, inno del 1982 (difficile pensare sia lo stesso premio Oscar che ha composto i musical Jesus Christ Superstar e Cats), o The Time of Our Lives del duo Il Divo, canzone ufficiale di Germania 2006? No, appunto. Allora state tranquilli, nonostante la presenza di Jennifer Lopez, anche We are One (Ole Ola) è un pezzo di rara bruttezza.

5. L’Inghilterra. C’è solo una nazione capace di combinare più disastri di noi in queste competizioni. Solo loro sanno far dimenticare le nostre figure con la Corea del Nord e del Sud, solo loro hanno inventato il calcio per poi vincere un mondiale stiracchiato con un gol probabilmente non valido. Sono gli stessi, per dire, che si ostinano a mettere Pelè davanti a Maradona, o che pensano che Hodgson sia un allenatore e non una caricatura.
Ecco, magari esordendo con loro, abbiamo qualche speranza di essere investiti da una loro figuraccia e chissà, pure di vincere per sbaglio.
Il problema è che di solito partono bene e poi franano.

6. Cavani. Se Suarez si riprende, il Maestro Tabarez continuerà a far giocare il Matador come lo schierava Delio Rossi. E noi potremo stare tranquilli, probabilmente non sarà neanche necessario marcarlo.
Come? Delio Rossi è disoccupato?
Appunto.

7. Si parlava tanto del proverbiale “culo” di Sacchi. Che, non dimentichiamolo, subì la beffa di perdere in finale, a Usa ’94, contro uno dei peggiori Brasile a memoria d’uomo. Il nostro Cesare Prandelli, ne ha molto di più: sempre preso in considerazione da grandi squadre nonostante una bacheca desolante per la sua mancanza di trofei, è arrivato alla Nazionale per meriti difficili da riconoscere. Arrigo aveva dominato l’Europa nei secondi anni ’80 (Italia esclusa, dove Maradona lo arginava), Marcello Lippi aveva stravinto con la Juventus. Lui ha sempre e solo avuto un’ottima stampa e una capacità di sembrare sempre dalla parte giusta. Un po’ come il PD che si credeva superiore moralmente e politicamente, e perdeva. Ma trovavi sempre qualcuno, da quelle parti, che diceva di avere vinto comunque, o al massimo non perso.
E ora che ha preso il 40% il centrosinistra, perché non dovrebbe esserci il miracolo prandelliano?
E poi Cesarone ancora si chiede come è arrivato in finale agli Europei, figuriamoci se non può riuscire a fare il colpo gobbo pure in Brasile.

8. Possiamo stare tranquilli. Senza uno scandalo, non vinciamo. Nel 1982 uscivamo dal calcioscommesse, nel 2006 da calciopoli. Diciamocelo, agli ultimi Europei senza il caso Criscito e l’ennesimo calcioscommesse come si arrivava in finale? Nel 2010, non c’era un procedimento giudiziario neanche a cercarlo con il lanternino e neanche il girone abbiamo passato.
Dopo un’eccessiva tranquillità sul fronte giudiziario, ecco, almeno secondo FederBet, una decina di partite truccate, in Italia. O almeno con italiane coinvolte (la più esilarante? Levski Sofia-Lazio, amichevole giocata a campionato finito). Speriamo sia tutto vero, che ci sia pure qualcuno che gridi al ritiro della squadra. Così si vince sicuro.

9. Qualcuno scopra chi è a fare la macumba alle avversarie. E lo aiuti.
Nel Portogallo Cristiano Ronaldo rischia di non giocare per eccessivo stress fisico, Lionel Messi è nel pieno della crisi tecnica più lunga della sua carriera (non diamo solo al Tata Martino la colpa della stagione fallimentare del Barcellona), Falcao è fuori dai 23 della Colombia, così come Benteke dalla rosa belga e Strootman dagli orange, e neanche Suarez dell’Uruguay, Ribery della Francia e Diego Costa, il brasiliano di Spagna, si sentono tanto bene. Ibrahimovic non si è proprio qualificato e ha benedetto la manifestazione con l’umile commento “non vale la pena vedere un mondiale senza di me”. Se nei prossimi 15 giorni si continua a gufare con caparbietà, capace che facciamo saltare anche Neymar, Rooney, Cavani e Vidal. D’altronde gli assenti hanno sempre torto. D’altronde Prandelli, almeno a sentirlo, ha sempre ragione.

FIFA Ballon d'Or Gala 2012

10. No Wags. Alena Seredova si è separata da Buffon. Ilary Blasi non c’è perché Francesco Totti è il più grande giocatore italiano del dopoguerra e tutt’ora in attività per tutti, ma non per il nostro ct. Melissa Satta ha scelto il Ghana di Boateng, Elisabetta Canalis non pesca più in serie A. Insomma, le nostre Wags, con tutto il rispetto per le splendide signore azzurre, non sono irresistibili. Persino la meravigliosa consorte di Montolivo ci ha lasciato. E questo è positivo: i nostri non si distrarranno, penseranno solo al calcio. Pensate invece ai poveri portoghesi, che magari si vedranno comparire all’improvviso Irina Shayk, o che so, gli spagnoli che magari incontreranno Sara Carbonero poco prima di un match decisivo.
O, quando tutto va male, Shakira.
E gli olandesi, che da sempre aprono il ritiro al sesso? Si ritroveranno di sicuro tra i piedi Yolanthe Cabau, signora Snejider, che ha già loro mandato una cartolina vestita da giocatrice sexy d’arancio bardata. Come faranno a scendere in campo concentrari? Come faranno a dormire sonni tranquilli le altre pretendenti al titolo di campione del mondo?
Nel frattempo noi dormiremo il sonno dei giusti. Anche perché figuriamoci se il codice etico prevede scappatelle extraconiugali…

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