Continua la protesta a Hong Kong ma Pechino avverte i manifestanti: «Chi gioca con il fuoco muore»

Lunedì di proteste a Hong Kong dove i manifestanti hanno proclamato ieri uno sciopero generale che ha bloccato i trasporti della città (compresi voli e treni) scatenando il caos e la violenza da parte della polizia che ha cercato di contenere le proteste. Al momento sono 148 i manifestanti in stato di fermo con oltre 500 persone incriminate dall’inizio delle proteste due mesi fa.

La risposta del governatore di Hong Kong Carrie Lam

Carrie Lam, la governatrice dell’ex colonia britannica, ha parlato alla stampa per la prima volta dopo settimane. Assieme agli uomini del governo ha ribadito – davanti ai giornalisti – la posizione del governo avvertendo che le proteste rischiano di mettere la città in una situazione «molto pericolosa» portandola alla distruzione. Secondo l’esecutivo dell’ex colonia britannica, infatti, le proteste stanno danneggiando l’economia della città che ha dazi e regolamenti per l’export diversi dalla Cina. A tal proposito, nella giornata di oggi, la banca di investimenti Bank of America Merril Lynch ha infatti avvertito che «otto settimane consecutive di proteste hanno già  esercitato un impatto immediato sui flussi turistici in arrivo, sulle vendite al dettaglio e sul mercato immobiliare». La banca ha così ridimensionato le previsioni di crescita dell’economia di Hong Kong per il 2019 portandola dal 2,2 allo 0,8 per cento del PIL. La governatrice ha poi dichiarato di voler rimanere ancora in carica e ha risposto alle critiche sulla brutalità della polizia scusando gli agenti che sarebbero sottoposti a una “tremenda pressione” psicologica e lavorativa da nove settimane, dall’inizio, cioè, della protesta.

La reazione del governo centrale cinese

Oggi, il giorno dopo la manifestazione, è intervenuto anche il governo centrale cinese. Pechino ha avvertito i manifestanti di Hong Kong di non sottovalutare «l’immensa forza del governo centrale». In una conferenza stampa tenutasi nella Capitale, Yang Guang, portavoce dell’Ufficio affari di Hong Kong e Macao del Consiglio di Stato, ha anche affermato che «coloro che giocano con il fuoco moriranno a causa del fuoco». All’avvertimento del governo centrale hanno risposto, a volto coperto, tre rappresentati del movimento, la prima conferenza stampa formale da quando sono cominciate le proteste. I tre giovani  hanno parlato ai reporter ribadendo le richieste di democrazia, libertà e parità di diritti condannando l’amministrazione locale, sostenuta da Pechino.

Per cosa protestano i manifestanti a Hong Kong

Lo sciopero, il primo da quando Hong Kong è tornato alla Cina nel 1997, è stato proclamato dai cittadini per chiedere lo scioglimento della legislatura e un’indagine sull’uso della forza da parte della polizia nelle proteste esplose settimane fa per chiedere la piena democrazia per il territorio semi-autonomo cinese. Fra le cause delle proteste anche la volontà di ottenere il diritto di eleggere i propri leader e la cancellazione definitiva della proposta di legge sull’estradizione in Cina, la scintilla che a giugno aveva fatto esplodere le proteste.

 

(Immagine: la protesta di Hong Kong, 5 agosto 2019, Emilio Navas/SOPA Images via ZUMA Wire)

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