Meloni e Salvini: due modi differenti di raccontare e condannare la strage di Hanau

In passato sono stati contestati per aver trattato e commentato fatti di cronaca che hanno visto come protagonisti persone spinte da ideali di superiorità della razza ‘all’acqua di rose’: condanne sì, ma senza mai fare riferimento al tipo di atteggiamento che ha portato all’uccisione di vittime innocenti. Oggi, invece, sulla strage di Hanau vediamo come Matteo Salvini e Giorgia Meloni abbiano tenuto un atteggiamento ben diverso. Il segretario ella Lega parla solo di follia, la leader di Fratelli d’Italia punta il dito contro razzismo e xenofobia.

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Spesso e volentieri, scorrendo le bacheche social dei due rappresentanti della destra italiana – con pesi specifici diversi – ci siamo trovati di fronte a commenti molto forti (sempre sottolineando la nazionalità di chi commette un crimine, se non si tratta di cittadini italiani) da parte di entrambi. Sulla strage di Hanau, invece, vediamo che Matteo Salvini abbia mantenuto questo atteggiamento, mentre Giorgia Meloni sia andata dritta al punto. Senza troppi giri di parole.

La diversa visione della strage di Hanau tra Salvini e Meloni

«Orribile strage a Hanau in Germania, una preghiera per i morti innocenti, un pensiero per i feriti e le famiglie delle vittime della follia omicida, un abbraccio di solidarietà al popolo tedesco», ha scritto il leader della Lega. Nessun riferimento alla matrice razzista e xenofoba di questo attentato costato la vita a 11 persone innocenti, con tanto di quattro persone ferite e ricoverate. Eppure, al momento del tweet, erano già noti – per via della diffusione dei media – i messaggi dell’attentatore. Molto diversa, invece, la reazione di Giorgia Meloni.

Nota le differenze

La leader di FdI parla dice: «Nella nostra Europa non c’è nessuno spazio per terrorismo, razzismo e xenofobia». Terrorismo, razzismo e xenofobia. Tre categorie che centrano e sintetizzano in pieno quella che Matteo Salvini si limita a definire follia. Non si tratta di un concetto sbagliato, per carità, ma chiamare le cose con il loro nome è sacrosanto non solo quando si prova a fare propaganda anti-migranti. C’è chi lo ha capito – o, almeno oggi, l’ha fatto – e chi, invece, prosegue sulla sua strada.

(foto di copertina: da profili Twitter di Giorgia Meloni e Matteo Salvini)

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