State alla larga dai gruppi di cure domiciliari sui social

Se ci si imbatte in gruppi del genere, solitamente privati, è bene segnalarli perché le conseguenze possono essere gravi

19/07/2021 di Ilaria Roncone

Esistono dei gruppi chiusi su Facebook, Whatsapp, Twitter e Telegram in cui le persone puntano a fare autodiagnosi e a curarsi a casa. Questi gruppi cure domiciliari sono popolati di persone contro i vaccini e pro complotti vari che sostengono che la cura al Covid ci sia. E fanno varie prove per trovarla, rendendo conto a perfetti sconosciuti o a sedicenti medici  compromettendo così la propria salute e quella degli altri.

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Gruppi cure domiciliari sui social e i danni che possono fare

Le premesse sanno già di tragedia annunciata e, in effetti, l’analisi che Bufale.net ha fatto parte proprio screen agghiacciante recuperato in questi gruppi.

Come il medico e divulgatore Salvo Di Grazia fa notare, quello che descrive la signora che parla di suo marito è un processo di desatuazione. Si tratta di un termine che, purtroppo, abbiamo imparato a conoscere bene durante questa pandemia. Si parla di desaturazione dell’ossigeno nel sangue quando i livelli si abbassano. Se scendono sotto il 90% – come accade alla persona di cui si parla in questo screen – la situazione è grave e occorre intervenire nel più breve tempo possibile. Qualora così non fosse, sopraggiunge la morte perché non si potrà più respirare.

Intervenire significherebbe, ovviamente, far sì che alla persona venga somministrato ossigeno o, nei casi più gravi, si deve provvedere con la ventilazione assistita. La signora che ha scritto queste parole, invece, si reca sul gruppo in questione per chiedere consiglio su come agire a chissà chi. Urlare alla dittatura sanitaria, parlare di una cura che esiste ma non ce lo dicono, vedere nei vaccini il demonio iniettato in corpo porta anche a tutto questo.

L’autodiagnosi, soprattutto di questi tempi, può fare tanto male. L’Ordine dei Medici e Operatori Sanitari si è detto ampiamente contro la divulgazione improvvisata e ha chiesto agli iscritti che vogliono fare informazione sulle malattie di indicare qualifica, ordine di appartenenza e numero di iscrizione.

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